Nel corso della notte passata Battipaglia è stata luogo dell’ennesimo incendio che da mesi ed anni ormai interessano diversi siti di trattamento di rifiuti, sia pubblici che privati. Questa volta ad andare a fuoco è stato un sito di recupero di pneumatici usati ubicato nella zona industriale della città.
Fin dalle prime ore della crisi, i tecnici del dipartimento di Salerno hanno attivato un laboratorio mobile per il monitoraggio della qualità dell’aria, collocato a circa centocinquanta metri dal sito interessato dall’incendio.
Subito mobilitati i comitati ambientalisti della zona che fanno rimbalzare infomazioni su quello che si sta organizzando dal basso per porre fine a questo inferno ma in egual misura non risparmiano accuse ad una classe politica fino ad oggi complice, a loro dire, del dramma che vive il territorio. Le invettive prendono di mira anche le responsabilità dei privati, che dietro le ufficiali emergenze, continuano a fare i loro profitti ma con prassi non regolamentate e fuori da ogni tipo di controllo. Non è un caso, quindi, che l’ennesimo rogo – quello che ha intossicato ancora una volta l’aria della piana del Sele – si è sviluppato e consumato in una azienda privata.
Proprio in questi minuti comitati, cittadini, alcune realtà produttive, sono al comune ed aspettano documenti ufficiali da parte dell’Amministrazione sulle eventuali misure da mettere in campo, insieme alla Regione, per porre fine a quello che sempre di più assomiglia ad un disegno criminale, se ci si attiene alla regolare e continua ripetizione del fenomeno. Altri abitanti sono davanti allo Stir per bloccare gli sversamenti in segno di protesta.
Sul posto, ed in riunione col sindaco Francese, anche l’assessore regionale Bonavitacola.
E.I.