Oltre 1500 persone hanno preso parte ieri mattina alla manifestazione convocata dalla comunità bengalese e dagli antirazzisti contro le aggressioni gratuite e discriminatorie come quella che ha costretto quest’estate Roton Kalak, lavoratore ambulante che era presente al corteo, a ben due operazioni chirurgiche. L’episodio più grave fra i tanti che durante questi mesi estivi hanno riguardato uomini e donne migranti della provincia di Napoli e dell’intero territorio nazionale.
Intanto, proprio mentre si svolgeva il corteo, è arrivata la notizia dell’accoltellamento di un altro cittadino bengalese a Sant’Antimo (fortunatamente fuori pericolo) in un’aggressione di cui si ignorano ancora i motivi.
La manifestazione ha esternato il suo carattere solidale con tutte le vittime, sia autoctone che immigrate, di discriminazione e prevaricazione ed ha tenuto a sottolineare che l’aumento della violenza razzista in Italia è collegato a filo doppio le tendenze comportamentali di inferiorizzazione degli immigrati, additati come cittadini di serie B con minori diritti e minore riconoscimento sociale, troppo spesso anche da chi ha responsabilità politiche, istituzionali o mediatiche e che finisce per farne un target particolarmente sensibile delle differenti forme di violenza sociale e sfruttamento.
“C’è necessità di una nuova stagione di diritti civili, sociali ed economici per tutte e tutti, migranti e autoctoni, che costruisca il futuro su basi diverse. Una forte denuncia anche verso il comportamento di chi, come il Sindaco di Palma Campania, nega diritti costituzionali come quello alla libertà di culto, strumentalizzando presunte ragioni tecniche e di fatto umiliando intere comunità per ragioni che attengono nella realtà al campo delle speculazioni elettorali e del posizionamento partitico”, scrivono gli antirazzisti sulla pagina facebook ‘Napoli Senza Confini’.
La Prefettura si è impegnata a organizzare un tavolo tecnico-istituzionale per cercare soluzioni a queste assurde discriminazioni. La comunità bengalese, nel rivendicare il proprio contributo allo sviluppo economico, civico e culturale di quel territorio, ha anche ipotizzato l’indizione di uno sciopero se le cose non cambieranno