Il Gazzettino vesuviano | IGV

Scuole Pompei: perchè il Comune paventa un dimensionamento?

Se c’è qualcosa che non manca alle scuole pompeiane sono gli alunni. La carta igienica, magari sì; un servizio di giardinaggio di certo, stando allo stato di aiuole, giardini e alberi; una disinfestazione, magari con una attenzione particolare alle formiche, anche questo manca.

Ai tre istituti di istruzione primaria che operano su Pompei mancano molte cose. Mancano anche assistenti ed educatori che coadiuvino il lavoro degli insegnanti per gli alunni con maggiori, complessi, bisogni formativi.

Tante le cose, dicevamo, che mancano alle scuole pompeiane, eppure il comune di Pompei in queste prime settimane scolastiche sembra si preoccupi del dimensionamento degli istituti, in pratica di un eventuale accorpamento delle scuole per un migliore efficientamento del servizio.

E allora il Comune, assolutamente sordo alle richieste di aiuto concrete, pensa bene di convocare i dirigenti cittadini, quelli coinvolti nell’eventuale rimodulazione degli istituti e anche quelli delle scuole superiori che nei fatti non avrebbero alcun motivo di essere coinvolti in questo genere di riunioni. Si convocano e si fanno riunioni con i dirigenti “…in prospettiva per il futuro”, a scopo preventivo, per portarsi avanti con un lavoro che allo stato dei fatti non avrebbe alcun motivo di essere.

Pompei, il comune di Pompei, non ha poche problematiche da affrontare, cose che nelle ultime settimane stanno portando agli “onori” della cronaca la città degli Scavi e del Santuario: eppure si perde tempo con i progetti di un dimensionamento degli istituti scolastici statali di primo grado cittadini?

Peccato che nella città mariana, nelle scuole di una delle città più conosciute al mondo, gli alunni, proprio gli alunni, non mancano per nulla.

Stando alle iscrizioni dell’anno scolastico in corso tutt’e tre le scuole del territorio contano oltre 600 alunni (limite minimo per essere oggetto di un dimensionamento) e qualcuna di esse ne conta ben oltre questa cifra minima.

Inoltre una iniziativa come quella messa in campo dagli amministratori locali andrebbe anche contro il dettato regionale, oltre che in relazione alle unità minime di alunni iscritti, anche per i tempi. Non sarebbe stata rispettata alcuna tempistica.

L’eventuale azione per l’accorpamento dei Circoli Didattici o Istituti Comprensivi “poveri” di alunni avrebbe un senso a inizio anno solare quando si effettuano le preiscrizioni per l’anno scolastico successivo. Alla luce dell’affluenza dell’utenza e dei nuovi numeri potrebbe avere senso lo studio di un dimensionamento, ma oggi, ad anno scolastico iniziato, con tanto di numeri in “regola”, perché il Comune con i suoi incaricati sta organizzando incontri e parlando di contrazioni, accorpamenti, dimensionamento insomma? A chi serve questo strano e incomprensibile movimento?

In un mare di immobilismo, di mancate occasioni, di progettazione inesistente, l’unica cosa che improvvisamente smuove anime e cosciente degli amministratori si chiama “dimensionamento” degli istituti primari cittadini?

Exit mobile version