Come nella scorsa edizione della Champions League il Napoli impatta 0-0 in casa della squadra sulla carta più debole del raggruppamento. L’anno passato fu la Stella Rossa, questa volta è il Genk a costringere gli azzurri ad uscire dal terreno di gioco con un solo punto in cassa.
Ancelotti come sempre sorprende e schiera Elmas al fianco di Allan e Fabian Ruiz, facendo accomodare Insigne addirittura in tribuna per scelta tecnica, e in avanti coppia Lozano-Milik. E sono proprio i due attaccanti a deludere forse più di tutti. Il messicano non riesce mai a incidere, salta raramente l’uomo e non crea nessuna azione pericolosa per la retroguardia belga; il polacco è probabilmente il responsabile maggiore della mancata vittoria, viste le tre palle-gol che sciupa in maniera clamorosa nella prima frazione. Ha dell’incredibile anche l’errore di Callejon nella ripresa, che calcia a lato con lo specchio della porta spalancato davanti a se.
Senza dubbio negative anche le prestazioni di Allan e Fabian Ruiz. L’incontrista perde spesso palla in zone pericolose del campo, regalando almeno un paio di occasioni nitide al Genk, sventate da un Meret sugli scudi. Lo spagnolo non è riuscito a confermare le buone uscite di cui è stato protagoniste nelle ultime giornate di campionato e non riesce a dettare i ritmi e le geometrie del gioco napoletano.
Buona la prova della difesa, nonostante la pericolosità, sottovalutata prima della gara, delle ali avversarie. Ito e soprattutto Bongonda hanno dato filo da torcere alla retroguardia partenopea, che però ha risposto presente.
Prestazione di squadra nel complesso deludente, non si è visto il gioco che ha imbrigliato per la maggior parte del tempo il Liverpool campione d’Europa. Segno che il Napoli dà il meglio contro avversari che propongono un calcio offensivo, cosa che il Genk ovviamente non è. Questo risultato, con ogni probabilità, non complicherà eccessivamente il passaggio del turno, come successo invece lo scorso anno con il pareggio in Serbia, ma è ovvio che bisogna cambiare rotta se si vuole dire la propria in Europa.
Salvatore Emmanuele Palumbo