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Casoria, bombe e racket: comunità reagisce

Nella notte tra l’1 e il 2 ottobre una bomba carta è esplosa all’esterno di un negozio di abbigliamento per bambini e ragazzi, il Madamalù, sito in via Guglielmo Marconi a Casoria. La deflagrazione ha danneggiato la saracinesca e una vetrina del negozio. Sul posto sono arrivati i carabinieri della locale compagnia, che hanno effettuato tutti gli accertamenti del caso: al vaglio degli inquirenti le immagini delle telecamere di sorveglianza.

A poche ore di distanza dall’atto intimidatorio, di esplicita matrice camorristica, il proprietario dell’attività commerciale colpita

così ha dichiarato: “Non paghiamo il pizzo. Se vengono, sanno che ci sono le forze dell’ordine, c’è lo Stato. Se vengono a chiedere soldi, sanno che avranno a che fare con loro”.

Napoli e la sua provincia sono terreno quotidiano di attentati riconducibili all’azione di gruppi criminali dediti al racket.

Ora è il momento della solidarietà e della reazione della comunità all’ennesimo vile attacco che vorrebbe impaurire e soggiogare con la violenza la libera attività sul territorio. La Casoria onesta esprime vicinanza al commerciante colpito, ed anche la politica alza la testa.

Salvatore Iavarone e Vincenzo Russo in rappresentanza del movimento “Casoria Viva” hanno incontrato il proprietario del negozio di abbigliamento per mettere in campo tutte le azioni necessarie per contrastare ogni forma di illegalità sul territorio.  Il movimento cittadino condanna l’ennesimo episodio criminale che ha colpito un’attività commerciale e si farà promotore nelle sedi istituzionali della nascita di uno sportello antiracket.

«Ho voluto portare personalmente, come consigliere comunale, la mia solidarietà a Marco Conte, proprietario del negozio di abbigliamento in via Marconi e mi attiverò con l’associazione contro le mafie Libera per pianificare iniziative a difesa dei commercianti. Esprimo sdegno e ferma condanna al vile attacco subito dal commerciante e auspico che le forze inquirenti riescano il prima possibile ad individuare i responsabili». Lo afferma il consigliere comunale Salvatore Iavarone
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