E poi ti ritrovi per una visita specialistica all’ospedale “Umberto I” di Nocera Inferiore. Sbigottimento ed orrore per una nostra lettrice, protagonista di una avventura ai limiti della sopravvivenza e assolutamente oltre la decenza. Ed è così che la malcapitata ha deciso di fotografare e denunciare al nostro giornale.
Tra malumori e spintoni, qualche parola grossa e animi esasperati, per una fila che più che altro diventa prima assembramento e poi folla, comincia la vendita delle “indulgenze”. E sì! Perché c’è sempre l’amico, il parente, che favorisce il parente del parente o l’amico del conoscente. Di tanto in tanto è possibile notare uno sport antico, il “salto dello sportello”: qualche guardia giurata, qualche infermiere, che ricetta e soldi alla mano, affidati loro dal “poco paziente” di turno, giunto dietro gli sportelli risolve il problema proprio al parente dell’amico o all’amico del cugino del parente. Triste usanza tutta nostrana e tristemente, a quanto pare, anche in uso all’Umberto I di Nocera Inferiore.
Il tentativo di effettuare l’accettazione diventa degno delle fatiche di Ercole e, dopo un bel po’ di tempo, la nostra amica, sfinita per il prolungarsi dell’attesa, si fa indicare i servizi igienici più vicini al triage e vi si reca. Purtroppo nulla da fare. C’è un limite anche alla pipì che scappa!
Lo spettacolo che le si presenta è scandaloso. Un primo servizio ha il water sporco di feci ed è chiaramente inutilizzabile; il secondo inaccessibile perchè inondato di urina, ma manca anche il pulsante o la catena per lo scarico dell’acqua.
Il capolavoro all’indecente e dell’inciviltà è il terzo servizio. Qualcuno ha deciso di farla fuori dal vaso, magari si sarà anche ingegnato in una posizione per nulla comoda. Che dire, “la fantasia al potere”, mi si passi la citazione. Il burlone “cacasotto” l’aveva fatta tutta a ridosso della parete. Roba da matti!
Pochi minuti dopo, mentre sta per essere visitata, fa presente al dottore l’impietoso stato dei servizi igienici. “…Il problema è a monte”, risponde il professionista mentre fa spallucce e prova a sua volta a non pensare all’evidente indecenza. Ma la nostra “paziente” non demorde e aggiunge: “Dottore, ma come? Lei lavora qui. Quella situazione rappresenta anche lei!” Il professionista accusa chiaramente il colpo ma procede con la visita.
La mattinata tristemente si conclude con amarezza, delusione e senso di impotenza… ah, dimenticavo. Una buona notizia però c’è: la signora, la nostra lettrice, sta bene, sia in base al referto della visita, sia perché è sopravvissuta, a distanza di giorni, ai servizi amministrativi e soprattutto igienici della struttura salernitana.
Magari un’ispezione a Nocera da parte dell’Asl e delle autorità competenti potrebbe essere cosa buona e giusta. Attendiamo e speriamo.
Gennaro Cirillo