Napoli, in migliaia per solidarietà al Rojava

La grande manifestazione, promossa dalle reti di solidarietà col Rojava, ha sanzionato alcune delle aziende che fanno affari tramite il governo di Ankara ed è passato sotto la sede della Prefettura, attraversando poi tutto il centro cittadino e il lungomare per finire sotto il Consolato americano

In migliaia sono scesi in piazza ieri a Napoli, come in altre città italiane, in solidarietà con la resistenza delle donne e degli uomini del Rojava, contro l’invasione della Turchia ed il conseguente revanscismo delle bande jihadiste.

Nel primo pomeriggio hanno tenuto un flash-mob in piazza Berlinguer per poi dirigersi successivamente verso la prefettura. Ai manifestanti si è unita anche una delegazione di operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli.

In contemporanea un gruppo di attivist* di Fridays for future- Napoli riportava alcune delle rivendicazioni del corteo al comizio del ministro degli esteri Di Maio alla Mostra d’Oltremare, con cori che denunciavano l’ipocrisia con cui si sono lasciati attuare i piani di Erdogan e srotolando uno striscione che rivendicava l’immediata interruzione delle forniture militari alla Turchia. Forniture militari che sono autorizzate dal governo e prodotte in gran parte da aziende di Stato. In sfregio alla stessa Costituzione. L’Italia sostiene infatti militarmente paesi come la Turchia, l’Arabia Saudita, Israele impegnati in continue azioni militari ai danni di altri popoli.

“Il tempo delle parole e dell’ipocrisia è finito, verificheremo nei fatti la consequenzialità del governo che fino ad oggi ha sempre anteposto altri interessi a una solidarietà molto pelosa con le donne e gli uomini che hanno sconfitto l’Isis”, dicono le voci dal corteo.

Ugualmente la grande manifestazione, promossa dalle reti di solidarietà col Rojava, ha sanzionato alcune delle aziende che fanno affari tramite il governo di Ankara ed è passato sotto la sede della Prefettura, attraversando poi tutto il centro cittadino e il lungomare per finire sotto il Consolato americano. Contestando al governo italiano e all’UE i cospicui finanziamenti al governo turco, gli assegni miliardari staccati anche di recente al Califfo per la militarizzazione delle frontiere e agli statunitensi la connivenza con la Turchia e con Erdogan fino all’ultimo lasciapassare politico all’invasione.

“Non dimentichiamo che la Turchia, come l’Italia e gli USA, fanno parte della stessa alleanza militare, la NATO, alla cui servitù militare sono sacrificate tante parti del nostro territorio. La giornata di oggi, come le iniziative dei giorni scorsi, possono essere solo l’incipit di una mobilitazione che in tutta italia e in tutto il mondo deve vedere attiva e complice la solidarietà con la resistenza popoli della Siria del Nord contro il fascismo turco. Con le armi della mobilitazione, dell’iniziativa diretta e del boicottaggio dal basso degli interessi economici e militari su cui si regge il regime di Erdogan. I governi occidentali hanno aperto le porte a questa infamia e non saranno loro a chiuderle, mentre le milizie popolari dello Ypg, dello Ypj e delle SDF in Rojava resistono al militarismo e al fanatismo che sta scatenando su di loro il secondo esercito della NATO”, questo il chiaro e netto messaggio che hanno lanciato i manifestanti.

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