«La Campania è una delle regioni italiane con la maggiore incidenza di sinistri mortali sul lavoro: i dati sono assolutamente allarmanti, e collocano la nostra regione tra le peggiori aree del Paese. Occorrono misure urgenti e investimenti per potenziare le politiche di prevenzione e garanzia della sicurezza sui luoghi di lavoro».
A lanciare l’allarme ed invocare azioni specifiche ed incisive, è il presidente di FederCepi Costruzioni, Antonio Lombardi.
incremento delle denunce dell’1% rispetto al 2017, peraltro a conferma di un trend di crescita praticamente costante, senza interruzioni, dal 2015. Dati ancora peggiori emergevano relativamente alle denunce di infortunio con esito morale:93 nel 2018, il 33% in più rispetto all’anno precedente, con un +9% in più nel quinquennio 2014-2018 (il medesimo dato su scala nazionale, era del +6% su base annua e del 3% rispetto al 2014).
I più recenti dati relativi al 2019 confermano un contesto regionale in controtendenza rispetto al dato nazionale, e la Campania tra le aree a più elevato rischio-infortunio sul lavoro.
Nel primo semestre 2019 le denunce di infortunio in Italia sono infatti diminuite dello 0,18%, passando da 324.408 (primi sei mesi del 2018) a 323.831.
In Campania, pur in un Mezzogiorno che registra una flessione di denunce (-0,89%) superiore al dato nazionale, le denunce nel primo semestre sono aumentate dello 0,5%. Dati peggiori di quello campano si registrano solo in Umbria (+3,6%), Sardegna (+3,3%), Liguria (+1,06%), Toscana (+1,01%), Marche (+0,83%), Veneto (+0,55%), dove però, in diversi casi, il tasso di occupazione è ben diverso.
Se ci si sofferma sui sinistri con esito mortale, la situazione è ancor più allarmante. In Italia nel primo semestre 2019 le denunce di infortunio con esito mortale sono state nel periodo gennaio-giugno 2019, 482: 13 in più rispetto allo stesso periodo del 2018 (+2,77%). La Campania nel medesimo lasso di tempo registra invece un incremento di sinistri mortali del 18,18% (passati dai 33 del primo semestre 2018 ai 39 registrati quest’anno fino al 30 giugno). Dati peggiori si registrano solo in Marche, Puglia, Lazio, Abruzzo e Sicilia.
sicurezza vere, incisive ed efficaci. Occorre incrementare gli investimenti ma soprattutto canalizzarli verso strategie di formazione e prevenzione vera, non di orpelli e di adempimenti burocratici. La sicurezza, soprattutto nei cantieri edili, non deve rappresentare un complesso di adempimenti evidentemente infruttuosi, ma un’azione organica, strutturata e concreta che abbracci dispositivi di sicurezza sul posto di lavoro, ma anche sensibilizzazione, formazione e prevenzione. Bisogna promuovere e favorire la cultura della sicurezza, che le crescenti condizioni di precarietà minano dalle radici. Lo Sblocca cantieri non si muove nella giusta direzione, favorendo appalti liberi e massimo ribasso, vale a dire incentivando lavoro precario, insicuro, irregolare, instabile proprio in un settore, quello dell’edilizia, in cui i pericoli sono sicuramente più elevati».