“Credo manchi ancora in città – ha continuato il titolare dell’Hotel Europa – la concretezza e la capacità di comprendere che siamo su una strada positiva. Non è una critica: veniamo da anni dove questa cultura del turismo non c’era. Si tratta di un know-how che abbiamo solo noi del settore. Chi viene in città piange due volte: quando arriva e quando se ne va. Quotidianamente arrivano turisti che entrano scettici e poi dicono ‘wow’ quando lasciano l’albergo dopo 15 giorni. Anche questo è un aspetto che va sconfessato.
La nostra città non è più dormitorio o terra di passaggio: nel mio albergo come in quello di altri sono tanti i turisti che restano dieci o quindici giorni. Il territorio deve fare il salto di qualità, ma deve avvenire tutto in fretta. Viviamo un’epoca in cui un giorno di ritardo, turisticamente, significa perdere anni di distanza con altre realtà”.