Ancora una marea di occasioni fallite dalla squadra azzurra che segna due gol ma sbaglia 4 occasioni facili, fallite dai giocatori azzurri. Due amnesie difensive di un distratto Koulibaly ed una papera di Meret sui due gol dell’Atalanta.
Vergognosa la gestione VAR degli arbitri che non si creano neanche un dubbio per rivedere l’azione su un fallo da rigore evidente su Llorente che scatena violente proteste della squadra azzurra con due espulsi in panchina.
Onestamente non credo sia attribuibile ad Ancelotti anche questo pareggio considerato che senza clamorosi errori dei giocatori azzurri e dell’arbitro questa partita sarebbe terminata 4 a 1.
Dalla Tv sembrava che la squadra volesse uscire dal campo dopo il mancato rigore per dire no a questo calcio malato e per dare un segnale forte. Il signor Giacomelli ed il signor Banti o sono in malafede oppure non conoscono le regole di gioco e ora aspettiamo cosa diranno Nicchi e Rizzoli.
A fine partita Aurelio De Laurentiis è infuriato: “Se fossi in Ancelotti andrei lontano da questa Serie A. Siamo noi che finanziamo il calcio, senza di noi andrebbero tutti a pelare le patate. Io non dico se è rigore o meno, dico che ho il diritto di vedere le immagini al VAR, visto che investo”.
Carlo Ancelotti è forse ancora più arrabbiato del presidente. Ai microfoni Sky si lascia andare… “Rigore? Voi avete dubbi sul fatto che fosse rigore o no? Qui c’è un chiaro disinteresse del giocatore per il pallone, non voglio nemmeno stare qua a discutere se sia rigore o no, mi sembra lapalissiano, al Var parlano di gomito ma quale gomito? Questa è una decisione del Var, siamo arbitrati dal Var“.
E poi nel chiedere chiarezza, aggiunge: “Giacomelli? Mi ha detto ‘aiutami a sistemare le cose’, io gli ho detto ‘ma non hai dubbio che possa essere rigore’ e mi ha buttato fuori, questo è quanto. La squadra ha giocato molto bene, con buon ritmo intensità e tutto, meritava un risultato diverso, siamo molto rammaricati per questo ma dobbiamo andare avanti. Mi sento un po’ deluso, mi sento un po’ attaccato, alla mia serietà, professionalità, squadra e società. Preferirei parlare meno possibile“.
Enzo Cuomo