La presentazione del libro sembra più una scusa per passare del tempo con il pubblico, scambiare quattro chiacchiere con i fan, scattare foto con loro. Bonolis si concede totalmente agli spettatori, nonostante la febbre che lo ha colpito quando è arrivato a Napoli.
Il libro è un bel viaggio nel mondo di Paolo Bonolis, che si mette completamente a nudo in quelle pagine. Si scoprono le sue riflessioni su argomenti delicati come la vita, la famiglia, la morte, la religione, il sesso. Poi ci sono tanti aneddoti di una carriera lunga quarant’anni che di esperienze singolari le ha senza dubbio provate.
Quando lo avviciniamo infatti ci racconta di quando negli anni ‘80 era in Inghilterra per una partita di calcio di beneficenza e la sera a cena con tutti i colleghi incontra nientemeno che Freddie Mercury. Ci confessa che da grande appassionato dei Queen, non credeva ai propri occhi. Hanno avuto modo di parlare e addirittura il cantante gli propose di proseguire la loro conversazione da un’altra parte: lui, lusingato ma non interessato, declinò l’offerta ma circa un anno dopo Mercury gli fece recapitare due biglietti per il concerto dei Queen a Wembley, uno dei live più incredibili della storia della musica rock. Non lo ha rincontrato ma “l’importante è esserci stato”. Non stentiamo a crederci.
Parlando poi di sport ci dice di quella volta che nel 2010 l’Inter giocò la finale di Champions League (“Il presidente Moratti mi chiamò e mi disse che mia moglie ed io saremmo stati suoi ospiti a Madrid per la partita”), ma alla quale dovette rinunciare perché avrebbe poi scoperto che in quello stesso giorno sua figlia si sarebbe laureata. “Agli studenti dico di stare attenti a non laurearsi quando gioca la squadra del loro papà” afferma ridendo.
Mai banale Paolo Bonolis. Ed estremamente generoso. I proventi di Perché parlavo da solo infatti andranno interamente alla Onlus Adotta un angelo che si adopera nella cura dei bambini con malattie croniche. Il libro ci sembra interessante, a maggior ragione se la causa che sposa è così nobile.
Salvatore Emmanuele Palumbo