Act in’drama al Teatro Gelsomino di Afragola

Una serata interamente dedicata ai corti teatrali, vincitori del Festival “I corti della formica”, crea una sorta di continuità e dà ulteriore visibilità a tre compagnie teatrali

Il teatro Gelsomino di Afragola inaugura la sua prima stagione di Drammaturgia contemporanea. Ancora una volta la volontà di Gianluigi Osteri, manager di Gabbianella club event, società che gestisce il teatro, è volta a sorprenderci e ad ampliare l’interesse artistico con notevoli sorprese. Gli spettacoli scelti dal direttore artistico: Gianmarco Cesario, riflettono le nuove tendenze teatrali che spaziano dal teatro civile al teatro canzone. Act in’drama, questo è il titolo della nuova rassegna, un gioco di parole per esprimere il carattere artistico, dinamico e zelante delle compagnie in cartellone.

Ad aprire la stagione è lo spettacolo “Pacchiello” di Pasquale Ferro, interpretato da Roberto Capasso in scena il 28 novembre; uno spettacolo che ci trasporta in una “Napoli ubriaca e senza pudore”, attraverso un rifacimento del Riccardo III di William Shakespeare.
Una serata interamente dedicata ai corti teatrali, vincitori del Festival “I corti della formica”, crea una sorta di continuità e dà ulteriore visibilità a tre compagnie teatrali che si sono distinte per le proprie qualità artistiche: “Dead man working” di Valerio Bruner, “Ghiunè” di Roberta Sandias e “Nonni Fantasmi” di Fabio Catalano, tutti in scena il 5 dicembre.

Il nuovo anno si aprirà invece con un appuntamento in musica: il 9 gennaio “Bocca di Rosa”, omaggio a De Andrè, spettacolo che appassiona con le note della musica che ha fatto storia e poi il 13 febbraio, Pasquale Faraco con “Sogno di un operaio” ci presenta il suo spettacolo di teatro civile. Gli ultimi due appuntamenti seguono una corrente tutta al femminile il 27 febbraio in scena una commovente Maria Anna Russo in “Febbraio”, con la regia di Enzo Sodano e il 26 marzo “Felice inferno, desideri inconfessabili di un amore quotidiano”, diretto e interpretato da Iole Schioppi in un toccante monologo tra ricordi di un amore imprigionato in una disarmante incomunicabilità.



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