Enrico è alle prese con il suo romanzo, quello che gli cambierà la vita: non più bistrattato e sfortunato scrittore di necrologi che per sbarcare il lunario serve panini al fast food ma grande e riconosciuto scrittore. Ma com’è che si diventa scrittori? Boris è la creazione di Enrico, un suo alter ego, la proiezione di quello che l’autore vorrebbe. Eppure non è burattino, non esegue alla lettera i comandi dell’autore e le battute che questi gli scrive le reinterpreta provando ad essere sé stesso. Si può essere davvero se stessi?
Anna invece è la ragazza di Enrico ma i due sono sul punto di lasciarsi. Anna è nella creazione di Enrico anche la ragazza di Boris ma neppure tra loro due le cose funzionano. Le storie d’amore sono l’una il riflesso dell’altra, Anna è quello che sono Boris ed Enrico ma in un corpo solo. Per amore quanto è possibile sopportare le follie dell’amato? Sullo sfondo un musicista compone le sue canzoni, scrive e canta di questo gioco delle parti che è la vita. È forse lui il creatore di tutto quello che stiamo vivendo? Chi è vero e chi è falso? Chi esiste sul serio e chi è soltanto un’invenzione?
La convivenza tra Enrico e Boris attraversa delle fasi che sono sì quelle creative di un rapporto creatore – creazione ma allo stesso tempo quelle di due amici, di un padre e un figlio: complicità e simbiosi prima, distacco e lotta poi. Così Anna lascia Enrico, sbattendolo fuori di casa e negandogli ciò di cui tutti abbiamo bisogno: il riconoscimento. Così Enrico imprigiona Boris, negandogli l’amore della sua Anna, nel disperato tentativo di controllare la realtà. Eppure, neppure così, si può essere felici.