La notte di Champions contro il Liverpool aveva illuso un po’ tutti. Sembrava che il Napoli fosse almeno parzialmente tornato. Invece oggi si torna alla triste realtà.
Gli azzurri perdono 2-1 in casa contro il Bologna e continuano a stentare in questa edizione della Serie A. Quarta sconfitta in campionato (la seconda al San Paolo), sesta partita consecutiva senza successi (quattro i punti raccolti). La zona-Champions continua ad essere lontana: la Roma, quarta in classifica, è otto punti avanti e a cinque ci sono Atalanta e Cagliari.
Eppure nel primo tempo si era vista una squadra volenterosa e ben predisposta. Ancelotti decide di schierare un 4-3-3 con Insigne e Lozano esterni e Llorente punta centrale e il terzetto Fabian Ruiz-Zielinski-Elmas a centrocampo. Il Napoli fa i movimenti giusti, ci sono continue sovrapposizione ma sono molti anche gli errori banali sui passaggi. Il gol di Llorente sul finire del primo tempo sembra portare la partita in discesa. Invece si rivela soltanto un’illusione, perché nella ripresa la squadra si spegne e il Bologna vince con le reti di Skov Olsen e Sansone.
In generale non è stata una partita giocata male, hanno fatto una buona impressione Insigne e Lozano, messi nei ruoli che prediligono maggiormente, e Llorente ha svolto il suo compito di centravanti-boa. Discreto anche il giro palla messo in atto dai centrocampisti e non può essere giudicata negativa nemmeno la prova dei difensori.
L’accusa che può essere mossa è il non essere riusciti a siglare la seconda rete prima del pareggio felsineo e il non aver avuto la concretezza di ritornare in vantaggio una volta subita la rete dell’1-1.
Il problema del Napoli deve evidentemente essere mentale. Si è dimostrata una compagine psicologicamente fragile, che ha accusato fin troppo il contraccolpo del gol avversario e non è stata capace di ricompattarsi e andare a prendersi quella vittoria che, a conti fatti, sarebbe stata anche giusta per quello che si è visto in campo.
La strada da percorrere è lunga, in salita e in questo momento il traguardo sembra lontano e quasi irraggiungibile. Ma i mezzi tecnici ci sono, è sotto gli occhi di tutti, il compito di Ancelotti è quello di rimuovere questo blocco che i giocatori sembrano avere nella testa.
Salvatore Emmanuele Palumbo