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Sarno, Canfora smentisce ancora sé stesso: via libera a una società di riscossione

Gli stessi personaggi che portarono alla vittoria, nel primo mandato, Giuseppe Canfora, proprio gli stessi che contestando il sindaco uscente Amilcare Mancusi gridavano con inusitata veemenza «via la Soget», porteranno in Consiglio comunale un nuovo affidamento, una nuova esternalizzazione del servizio, totalmente assimilabile a quello dell’epoca con la Soget. Si tratta infatti dell’“Affidamento in concessione a ditta idonea esternalizzando il servizio di accertamento ordinario e riscossione coattiva dell’Imposta Comunale sulla Pubblicità (ICP), della Tassa Occupazione di Spazi e Aree Pubbliche (TOSAP) e del Diritto sulle Pubbliche Affissioni (DPA), di riscossione coattiva delle entrate tributarie relative alla I.U.C., mediante gara ad evidenza pubblica”, già sottoposto alla Commissione Patrimonio, Finanze e Servizi.

Un atto doppiamente incomprensibile, sia per la suddetta evidente incoerenza di alcuni personaggi, ma anche per una ulteriore considerazione: l’amministrazione Canfora ha beneficiato in maniera consistente degli introiti conseguenti all’attività di riscossione espletata da Soget dopo la scelta, impopolare, di affidare il servizio all’esterno da parte della giunta Mancusi. Con questa scelta di esternalizzare nuovamente il servizio, l’attuale amministrazione dimostra di non aver saputo sfruttare una delle principali mission dell’affidamento esterno deliberato dal sindaco Mancusi: quella di reperire, incrociare e archiviare digitalmente i dati, formare e riorganizzazione gli uffici comunali preposti, proprio al fine di rendere il Comune autonomo ed evitare ulteriori affidamenti esterni.

Al di là di proclami e proteste di cartello, quindi, la storia si ripete, al solo fine di vessare il più possibile la cittadinanza: avendo la Soget già provveduto all’aggiornamento dell’archivio contribuenti e al recupero dei tributi non riscossi (ben lo sa la giunta Canfora che ne ha speso gli introiti nella passata consiliatura), nuove, ulteriori entrate non possono che venire da aggravi d’imposta. Una scelta che ovviamente danneggerà una popolazione ed una realtà imprenditoriale già duramente penalizzata dalla crisi e in nessun modo sostenuta da questa amministrazione.

È improponibile, in un contesto di crisi ancora duramente avvertito da cittadini e imprese, immaginare ulteriori aggravi delle imposte locali o anche, soltanto, politiche di riscossione più rigorose, intransigenti e onerose. Si pensi piuttosto a piani d’azione per arginare la crisi, sostenere il commercio, incentivare investimenti e nuove attività produttive, riqualificare un’area industriale ricettacolo di rifiuti e di erbacce, priva dei servizi minimi di decoro e vivibilità, con un manto stradale indegno di un paese civile.

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