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Al Politeama “A cullana d”a marchesa” in scena con la Piccola Ribalta Oplontina

Dicono che sono un sognatore, poco attaccato alla realtà a che amo troppo la mia terra, anche se vederla migliorare non mi capiterà di certo. Va bene, posso anche dire che sia vero, ma non lo dico, però ditemi voi… come mai Torre, pardon i Torresi, amano così tanto andare a teatro?

Ben sapendo che non è in programmazione “La tempesta perfetta” nè calca le scene uno dei tanti mostri sacri? Sembra quasi che la gente ami partecipare, sia come spettatori, che come interpreti di ogni kermesse che in questa terra, si tiene.

Nei giorni scorsi è stata la volta della Piccola Ribalta Oplontina che da anni propone lavori che incontrano i favori del pubblico. In un Politeama gremito, hanno presentato una elaborazione scenografica di Silvio Calandrelli “A cullana d”a marchesa”, opera nuova che ha suscitato unanimi consensi, ma c’era da aspettarselo: un lavoro affidato a Gennaro Oliva è un successo garantito. Lui entra nella parte, anche con l’anima e si nota che sa innervosirsi al punto da diventare paonazzo per la pressione e questo indica che non è Gennaro Oliva, ma è trasmutato in Gennaro Scognamiglio.

Ma la bellezza non era solo nel ruolo di Gennaro che è anche il regista, ma si moltiplicava infatti con Anna Vitiello, che pur non avendo nulla in comune caratterialmente con il suo personagio, pettegola e traseteccia (come amiamo dire a Torre), è entrata totalmente in Rosina, così come Iolanda (Elettra Possumato), bravissima nell’interpretare la cameriera, la colf di un tempo lontano, con tutti i lamenti ed i mormoricci che la caratterizzano.

Ecco, non amo dilungarmi eccessivamente, ma mi sono divertito, in special modo quando il Teatro totalmente sold out, ha tributato il giusto e meritato applauso a questi amanti della polvere del palcoscenico, non interpreti, ma attori.

Ernesto Limito

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