Nell’ultima parte del 2019 c’è stata una importante novità per quello che concerne i corsi di laurea in psicologia, infatti è intervenuto anche il MIUR al fine di tutelare la natura sanitaria della professione dello psicologo.
Il Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi ha approvato nel mese di luglio 2019 lo “Standard Formativo per la Professione sanitaria di Psicologo”.
In questo documento si affermava, tra le altre cose che era necessario il “superamento delle lauree telematiche, assolutamente incompatibili con la natura sanitaria della professione”.
Il decreto ministeriale segue al documento del Consiglio Nazionale dell’Ordine degli psicologi che aveva approvato nel mese di luglio 2019 appunto lo “Standard Formativo per la Professione sanitaria di Psicologo”.
Il Ministero dell’Università, con un decreto ministeriale del 23.12.19, ha previsto che i corsi di laurea in Psicologia vadano svolti esclusivamente in presenza e senza alcuna modalità telematica già dall’anno accademico 2020/21. Inoltre non si potranno far partire nuovi corsi, mentre i corsi già attivi verranno chiusi una volta terminati.
Il Presidente del Consiglio Nazionale dell’ordine degli Psicologi, Giardina, ha così commentato: “Una importante vittoria per la professione ottenuta in una importante sinergia con il mondo universitario. I nostri sforzi per dare dignità alla formazione sono stati premiati”.
Nello “Standard Formativo per la Professione sanitaria di Psicologo” si mettono in evidenza alcuni aspetti della formazione di chi ambisce a laurearsi in psicologia ed a svolgerne la professione.
Il documento racconta che già il sistema formativo 3+2 ha portato “alla frammentazione dei corsi…segmentando la disciplina in decine di corsi di laurea dalle più svariate denominazioni (ben 54 diverse titolazioni della laurea magistrale)”, inoltre “che tale riforma non ha portato nessun giovamento ma solo decremento alla qualità ed unitarietà dell’iter formativo ed il ritorno al ciclo unico rappresenta una necessità inderogabile…”.
Il documento continua mettendo in relazione l’aumento esponenziale dei corsi, lontano dalle logiche del mercato del lavoro.
Addirittura in circa 20 anni (2001-2019) si è avuto un raddoppio delle sedi (da 21 a 42) dove è possibile iscriversi ad un corso di laurea triennale.
Mentre per quelli di secondo livello si è passati nello stesso arco temporale da 5 a 39 sedi, con un incremento dell’oltre il 700%. A questi si aggiungono 9 corsi a distanza telematici.
Questa situazione ha portato ad un aumento esponenziale dei laureati e degli iscritti all’Ordine: dai 23 mila del 1994 ai 48 mila del 2004, ai 92 mila del 2014: ogni dieci anni c’è il raddoppio degli iscritti, ad oggi sono 111.000.
L’Ordine degli psicologi mette in risalto il fatto che, non solo ci sia sofferenza rispetto al mercato del lavoro, ma anche che quella degli psicologi rappresenta la categoria professionale a più basso reddito medio tra tutte quelle iscritte ad un ordine italiano.
All’interno dei temi affrontati si specifica anche il dato medio dei Paesi europei: si tratta di uno Psicologo ogni 800/1000 abitanti, mentre per quanto riguarda la nostra Nazione i numeri mostrano che abbiamo a disposizione della cittadinanza uno Psicologo ogni 550 italiani.
Il rapporto tra le uscite previste dal mercato del lavoro è invece di mille psicologi ogni anno, a fronte di 6500 laureati magistrali, sempre per ogni anno.
Andrea Ippolito