Quattro le sconfitte della gestione Gattuso
Sale a quattro sconfitte in cinque partite di Serie A il bilancio fallimentare di questo inizio di avventura del tecnico calabrese sulla panchina azzurra, con l’unica vittoria arrivata grazie ad un’autorete nei minuti di recupero. Quella di stasera al San Paolo contro la Fiorentina è però la prima disfatta sulla quale non si possono usare alibi o attenuanti del caso. Nessun marchiano errore del singolo, nessuno scivolone sul pallone. I due gol che hanno condannato la squadra sono arrivati da limpide azioni di gioco, ben architettate dai viola e affrontate in maniera inadeguata dalla difesa. Sul primo gol Luperto e Di Lorenzo si fanno attirare dal pallone spiovente in area e seguono entrambi la sfera che arriva a Benassi, senza che qualcuno segua il movimento senza palla di Chiesa, che riceve e deposita in rete. Sulla seconda marcatura la Fiorentina ha davvero vita troppo facile nel far arrivare la palla a Vlahovic, a cui va dato atto di aver effettuato un sinistro a giro perfetto, ma è altrettanto evidente la scarsa decisione di Luperto nel provare a intervenire sull’attaccante.
Napoli impalpabile riesce a peggiorare nel secondo tempo
Gattuso, nonostante l’arruolabilità di Demme, ha nuovamente proposto un centrocampo con Fabian Ruiz nell’assolutamente inadatto ruolo di playmaker. Da brividi anche la scelta di inizio partita per la linea difensiva con Di Lorenzo centrale, Hysaj a destra e Luperto a sinistra, corretta poi in corso d’opera spostando Di Lorenzo sulla destra e Hysaj sulla fascia opposta e piazzando Luperto al centro. Dopo questa partita però è apparso chiaro il perché Gattuso preferisse adattare Di Lorenzo al fianco di Manolas piuttosto che schierare Luperto: il difensore cresciuto nel vivaio ha disputato un match insufficiente, entrando negativamente in entrambe le reti fiorentine. Il ritorno di Maksimovic e soprattutto di Koulibaly sono necessarie per almeno provare a risollevare le sorti della squadra.
Allan ha lasciato direttamente il campo al momento della sostituzione senza salutare nessun membro della panchina azzurra, tirando dritto negli spogliatoi
L’unica idea dei giocatori in campo sembrava essere quella di imbastire trame soltanto per far pervenire il pallone al capitano, che aveva “‘l’obbligo” di inventarsi qualcosa. E qualcosa è anche nato dai suoi piedi, come i diversi buoni lanci a Callejon, ma è impensabile che le azioni dell’intera squadra debbano partire da un solo uomo.
Diversamente dalle scorse partite, buono l’impatto di Lozano sul match. Il messicano ha dato sulla destra quella vivacità al gioco che Callejon ormai non riesce più a dare. Con un pizzico di fiducia sia da parte del mister sia dello stesso Lozano sulle sue capacità, si potrebbe vedere un cambio di passo per le prossima sfide.
Il baratro pare non finire mai, la caduta non si arresta. Gattuso è stato ingaggiato per lottare per l’Europa, con questa posizione in graduatoria e queste prestazioni forse bisogna fare più attenzione alle avversarie della bassa classifica.
Salvatore Emmanuele Palumbo