Nel corso delle indagini – svolte con l’ausilio delle intercettazioni ambientali e telefoniche, di servizi di osservazione, controllo e pedinamento – venivano acquisiti gravi elementi indiziari circa l’esistenza di una stabile organizzazione nella quale i partecipanti, a secondo del proprio ruolo, commettevano i furti delle autovetture il cui numero di telaio veniva poi alterato affinché potessero essere nuovamente immesse sul mercato.
L’organizzazione si avvaleva anche di contatti in altri paesi europei, quali Germania e Spagna, per acquisire autovetture di provenienza illecita sulle quali veniva effettuata una operazione di “ripulitura” mediante la predisposizione di documenti falsi, la ripunzonatura dei numeri di telaio originali e l’utilizzo di targhe riprodotte atte i simulare la provenienza Le attività investigative hanno consentito, infine, di ricostruire episodi estorsivi ai danni delle vittime del furti che venivano costrette ad elargire somme di denaro al fine di riottenere la disponibilità del veicolo e di individuare le concessionarie compiacenti che ponevano in vendita i suddetti veicoli. Nell’ambito delle indagini sono indagate, a vario titolo, altre 41 persone; si è stimato un giro di affari di quasi 2 milioni di euro.