La scoperta importantissima è stata resa pubblica nel corso di una Conferenza stampa indetta allo Spallanzani dal ministro della sanità Roberto Speranza.
La notizia della scoperta
Recatosi in visita all’ospedale, di certo non avrebbe immaginato di poter ricevere la notizia di una scoperta che fa ora dell’Italia uno dei paesi di riferimento nella ricerca di un vaccino per il tanto temuto Coronavirus, la malattia che sta generando il panico e causando milioni di vittime.
Forte emozione e sicuramente grande soddisfazione per il team tutto femminile coadiuvato da un’équipe di altissimo livello che opera in uno dei centri di ricerca italiani più all’avanguardia e da sempre in prima linea nelle situazioni di emergenza.
Le dichiarazioni delle ricercatrici
«Abbiamo lavorato per cinque ore al giorno nel laboratorio ad alta protezione, usando tute, mascherine e precauzioni, ci siamo coccolati il virus, perché mica è semplice. Però alla fine ce l’abbiamo fatta. Venerdì alle 22.30 abbiamo avuto la certezza che era stato isolato». Queste le dichiarazioni delle due donne del Sud che hanno ottenuto lo straordinario risultato scientifico, a dimostrazione della grande professionalità dei medici e ricercatori italiani nonchè grande orgoglio per il nostro mezzogiorno in particolare.
Tre donne del Sud per il team dello Spallanzani
Due donne dicevamo, una di origine siciliana, di Ragusa e responsabile dell’Unità virus emergenti dell’Istituto Spallanzani, la dottoressa Concetta Castilletti, 56 anni, specializzata in microbiologia e virologia; l’altra nata a Campobasso, precaria, ma con grande esperienza la dottoressa Francesca Colavita, 30 anni, da 4 anni al lavoro nel laboratorio dopo diverse missioni in Sierra Leone per fronteggiare l’emergenza Ebola.
A dirigere il laboratorio di Virologia dell’Inmi Spallanzani, e di conseguenza le due protagoniste dell’impresa che consentirà di sviluppare terapie ed un possibile vaccino, la terza donna, Maria Capobianchi (nella foto), 67enne nata a Procida, laureata in scienze biologiche e specializzata in microbiologia, dal 2000 lavora presso l’eccellenza ospedaliera romana.
Aperta la strada verso il vaccino
Già all’indomani del ricovero della coppia di cinesi infetta, le due scienziate hanno iniziato ad analizzare i campioni clinici a loro disposizione, utilizzando tutte le precauzioni e gli strumenti necessari per la loro incolumità, ma portando avanti la ricerca con tenacia e determinazione.
E il risultato positivo non si è fatto attendere. Le informazioni ricavate sono state depositate e ora sono a disposizione di tutta la comunità scientifica mondiale affinché si possa lavorare sinergicamente e raggiungere l’obiettivo sperato: un vaccino.
Aver isolato il virus rappresenta sicuramente un primo importante passo verso una possibile cura. Non solo, “Avere il virus a disposizione permetterà di seguire i pazienti in follow up, testare soggetti a rischio che sono entrati eventualmente in contatto con gli infetti e non hanno sviluppato la malattia” spiega la dottoressa Castilletti.
I commenti e i ringraziamenti
«Grazie all’ottimo lavoro dello Spallanzani da oggi anche l’Italia potrà cominciare a lavorare direttamente per cercare una terapia» dichiara Silvio Brusaferro Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. «L’isolamento virale, effettuato anche in Italia dallo Spallanzani – continua Giovanni Rezza Direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’ISS – permette di sequenziare il virus e confrontarlo con i ceppi già isolati anche in Cina e al di fuori della Cina in Paesi come Francia e Australia per valutare eventuali mutazioni. In generale, l’isolamento del virus può aiutare a mettere a punto i metodi diagnostici, testare l’efficacia di molecole antivirali conosciute e identificare e potenziare eventuali punti deboli del virus al fine di consentire lo sviluppo di strategie terapeutiche e identificare eventuali target vaccinali».
Anche il premier Conte ha voluto esprimere il suo ringraziamento alle due scienziate “Un grande plauso a ricercatori e staff medico dello Spallanzani. Orgogliosi del nostro Servizio Sanitario Nazionale, tra i migliori a livello mondiale».
Bianca Di Massa