L’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Alfonso Cesarano è stata richiesta dal Pubblico Ministero per le attività di reiterazione dei delitti già contestati, allorquando, il 17 maggio scorso, furono eseguiti i provvedimenti di sequestro delle imprese di pompe funebri operanti nei Comuni di Marano di Napoli, Quarto, Pozzuoli e Calvizzano facenti capo alla famiglia Cesarano, che avevano imposto una sorta di monopolio nel relativo settore di attività, avvalendosi del rapporto privilegiato con il clan Polverino, impedendo di fatto a altre imprese di operare liberamente.
Risultava, in particolare, l’utilizzo fittizio a tali scopi di imprese apparentemente diverse da quelle del gruppo Cesarano che erano state progressivamente oggetto di provvedimenti di interdizione antimafia e conseguenti decadenze dalle relative autorizzazioni comunali.
Come evidenziato dal Gip, nell’accogliere la prospettazione del Pubblico Ministero, le misure cautelari reali adottate si sono rivelate del tutto insufficienti ad interrompere le attività illecite che, invece, sono continuate sotto la direzione e la regia di Cesarano Alfonso, ostacolando con violenze e gravi minacce le attività dei concorrenti, violando reiteratamente i sigilli, sottraendo all’amministrazione delle imprese in sequestro la disponibilità di autovetture e carri funebri, messi così a disposizione di altre imprese funebri compiacenti. Da ciò la necessità del provvedimento cautelare oggi eseguito.