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Le locuste: un’onda affamata

locuste, in africa e medio oriente

Swarms of desert locusts fly up into the air from crops in Katitika village, Kitui county, Kenya Friday, Jan. 24, 2020. Desert locusts have swarmed into Kenya by the hundreds of millions from Somalia and Ethiopia, countries that haven't seen such numbers in a quarter-century, destroying farmland and threatening an already vulnerable region. (AP Photo/Ben Curtis)

Il ronzio di una singola locusta in volo è facilmente riconoscibile e fastidioso, provate a immaginare il volo di 200 miliardi di esemplari; questo è il rumore che ricorderanno per sempre le popolazioni colpite da questa antica piaga biblica che rimane sempre attuale. In questi ultimi mesi, uno sciame di locuste del deserto, partito dallo Yemen e ingranditosi man mano, sta travolgendo il Corno d’Africa;  il Kenya, la Somalia e l’Etiopia sono ormai in ginocchio a causa della razzie di questi insetti che ora tendono ad espandersi in Africa verso l’Uganda, il nord della Tanzania e  il Sudan, pare che siano dirette anche in Medio Oriente verso l’Arabia Saudita, l’Oman e il Pakistan.

Le locuste del deserto, sciami di cavallette da 200 miliardi di esemplari

“Loca usta” ovvero luoghi bruciati, è la più probabile etimologia del termine locusta, infatti tali insetti divorano qualsiasi cosa incontrino sul proprio cammino: ​fili d’erba, foglie, alberi, coltivazioni, distruggendo i già scarsi raccolti appena sufficienti a sfamare aree così tanto gravate da carenze alimentari. Le locuste del deserto sono cavallette che possono formare grandi sciami in grado di migrare fino a una distanza di 150 km al giorno. Si rilevano soprattutto nel Sahara, e nella zona racchiusa tra la penisola araba l’India. Un esemplare adulto vive in media tre mesi, e la femmina depone, in una sola covata, fino a 300 uova; un singolo insetto può mangiare pressappoco il proprio peso, in alimenti freschi, pari a circa due grammi al giorno, ma, uno sciame, che si aggira attorno ai 100-200 miliardi di esemplari, grande 2400 chilometri quadrati, è capace di consumare il quantitativo giornaliero di cibo necessario per sfamare 85 milioni di persone.

Il riscaldamento globale, la causa

Si suppone che questa piaga altro non sia che una delle tante conseguenze dovute al riscaldamento globale, il National Geographic adduce, infatti, quale causa di una simile calamità, il periodo di eccezionale umidità che ha colpito Africa e Medio Oriente negli ultimi 18 mesi, tale condizione climatica ha creato un perfetto habitat per la proliferazione di tali insetti.

La Fao ha chiesto 76 milioni di dollari ai paesi membri per aiutare le popolazioni che stanno attraversando tale carestia, al momento ha raggiunto solo un terzo di quanto richiesto.

Salvatore Gabriele Popolo

 

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