Il Covid-19 o Coronavirus come viene comunemente chiamato oltre ad aver accesso dibattiti e aver destato la preoccupazione di milioni di italiani – giustamente – ha riportato alla ribalta anche un altro argomento economico e legato al mondo del lavoro: lo smart working.

Questa modalità lavorativa, chiamata con la dicitura italiana lavoro agile, prevede, a seguito di un accordo tra le parti, la possibilità per il lavoratore di svolgere i propri compiti e mansioni al di fuori del luogo di lavoro – ufficio – e nei tempi a lui più consoni – flessibilità oraria. Nell’ultimo anno, secondo il report dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, questa modalità di lavoro è aumentata del 20%.

In questi giorni si sta discutendo se amplificare questa tendenza, rendendo disponibili nuovi accordi per lo smart working nella pubblica amministrazione italiana, soprattutto a fronte della grave crisi che stiamo affrontando. Ma quali sono i pro e i contro di questa modalità lavorativa?

Lo smart working in Italia, diffuso soprattutto nelle grandi aziende, porta dei benefici sia ai datori di lavoro sia ai dipendenti stessi. Si parte con il risparmio sui costi aziendali e sui costi personali (meno energia in ufficio, meno uso della macchina…) fino al miglioramento della vita personale del dipendente, che si trova più tempo libero per gestire la sua vita privata. Con la felicità e l’appagamento professionale arriva anche l’aumento della produttività, altro beneficio aziendale. Non dimentichiamo poi l’ambiente: con lo smart working si stima un risparmio di emissioni di Co2 individuali di 135 kg/anno.

È vero però che ci sono anche degli aspetti negativi, o comunque delle difficoltà. Ad esempio il lavoratore può sentirsi isolato, possono avvenire delle mancanze di controllo o di partecipazione. Tutto ciò può essere risolto grazie alla tecnologia. Ed è questa la chiave dello smart working, la tecnologia. È proprio grazie alle innovazioni tecnologiche che siamo riusciti a trasformare anche il lavoro in qualcosa di smart. Purtroppo la tecnologia, come ci aiuta, può essere anche un ostacolo. Per attivare la modalità di lavoro a distanza infatti, le aziende devono fornire al proprio dipendente tutta la strumentazione adeguata, ovvero dispositivi mobili, software, accesso agli account, procedure per la sicurezza informatica aziendale e software come le VPN (molto spesso in prova gratuita) per proteggere le connessioni. Ovviamente, non tutte le PMI hanno a disposizione queste risorse ed è qui che possono sorgere alcune problematiche.

Le nuove sfide che il mondo pone, le nuove tecnologie e le difficoltà della società porteranno sicuramente a un rivoluzionamento del mondo del lavoro, e lo smart working può essere un ottimo punto di partenza.

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