L’emergenza coronavirus in Italia non ci porta solo cose negative e allarmanti, ma anche notizie solidali, come le ultime donazioni avvenute da parte di noti personaggi pubblici e di rilievo, uno su tutti: Giorgio Armani.
La moda dunque viene in sostegno della ricerca sul Coronavirus e degli ospedali italiani, ma anche degli Istituti di ricerca.
Il Gruppo Armani ha donato infatti 1 milione e 250 mila euro, non solo a supporto delle attività della Protezione Civile per l’emergenza Coronavirus, ma anche ai seguenti ospedali: Ospedale Luigi Sacco di Milano, Ospedale San Raffaele, Istituto Nazionale dei Tumori (Milano) e Spallanzani di Roma.
Come dicevamo, anche altre maison e personaggi pubblici hanno fatto la loro parte, alcuni dando il loro contributo diretto, altri lanciando campagne di raccolta fondi.
Bulgari, la storica società italiana fondata nel 1764, attiva nel settore del lusso si è dedicata invece alla solidarietà destinata all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive di Roma, per un sistema microscopico di acquisizione delle immagini all’avanguardia.
L’influencer Chiara Ferragni ed il cantante Fedez hanno fatto invece una donazione di 100 mila euro e nel frattempo hanno dato il via alla raccolta fondi per nuovi posti letti dedicati al reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Raffaele di Milano, tutto questo mentre hanno invitato i loro follower social a restare a casa.
Etro ha lanciato un messaggio con la t-shirt “Milano never stops“, mentre nel frattempo ha donato all’Asst (Azienda SocioSanitaria Territoriale) Fatebenefratelli Sacco, al fine di supportare la ricerca del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano.
Dolce&Gabbana ha donato invece a Humanitas University, per lo studio guidato dall’immunologo Alberto Mantovani che potrà chiarire le risposte del sistema immunitario al Coronavirus.
Segnali positivi dunque che danno speranza e forza di reagire, non solo a chi ogni giorno vive la vita all’interno delle strutture ospedaliere, ma anche per tutti i cittadini italiani.
Andrea Ippolito