Napoli fin dalla sua fondazione ha attirato e attira personaggi illustri e grandi menti, quasi come se il canto di Partenope non avesse mai smesso di riecheggiare tra i suoi vicoli, seducendo le menti sensibili che riescono a udirlo, le quali decidono di fare di Napoli la propria casa.
A Napoli insieme a Virgilio, a Giacomo Leopardi, a Enrico Caruso, a Benedetto Croce riposerebbe anche il Conte Dracula.
Dopo una vita satura di battaglie, di massacri, di vittorie e di dolori, Vlad Tepes avrebbe trascorso gli ultimi anni della sua vita proprio a Napoli dalla figlia, la principessa Maria Balsa.
Secondo uno studio dell’Università di Tallinn, Dracula riposerebbe proprio nel complesso francescano di Santa Maria La Nova, sotto i portici del chiostro piccolo, nel sepolcro realizzato nel 1499 dallo scultore Jacopo della Pila per ospitare le spoglie mortali di Matteo Ferrillo, genero del conte. Ne sono convinti alcuni studiosi italiani, supportati nelle loro tesi, dai colleghi dell’università estone.
Nel 1476 la figlia del conte Dracula all’età di soli 7 anni, dopo la scomparsa del padre in battaglia fu adottata da una nobildonna napoletana, probabilmente grazie alla comune appartenenza sia da parte di Vlad III sia del re di Napoli Ferrante D’Aragona all’Ordine del Dragone.
Divenuta adulta la ragazza andò in sposa ad un nobile partenopeo, Matteo Ferrillo.
Secondo una prima versione degli storici, fu lei a condurre le spoglie dell’illustre genitore nella città del Golfo e poi a disporne l’inumazione nel sepolcro del marito. Secondo un’altra versione, Dracula non morì affatto in battaglia ma cadde prigioniero dei turchi. Sarebbe stata Maria Balsa a pagarne il riscatto e poi a farlo giungere in Italia. Alla sua morte, l’ex re di Valacchia sarebbe stato tumulato nella tomba di famiglia.
A sostegno di tali tesi ci sarebbero i bassorilievi scolpiti sulla lapide sepolcrale del “genero” di Dracula. Vi si notano infatti un drago con due simboli di origine egizia mai visti prima su una tomba europea e che sembrano richiamare alcuni elementi tipici della cultura medievale di matrice slava. Si tratta di due sfingi contrapposte che richiamano il nome della città di Tebe che gli antichi egiziani chiamavano “Tepes”. Quasi come se fosse un rebus ermetico pervenutoci dal passato allo scopo di farci intuire l’identità della persona sepolta in quel luogo sontuoso e misterioso, in quei simboli infatti sembra di leggere “Dracula Tepes” che, guarda caso, sono i due soprannomi normalmente affibbiati al principe.
Ma un altro enigma ancora irrisolto incuriosisce gli esperti, proprio alle spalle della tomba di Ferrillo campeggia una misteriosa incisione. Una sorta di “Codice La Nova”, come è stato ribattezzato dai soci di Oltre il Chiostro, scritto in caratteri familiari eppure sconosciuti agli storici. L’unico elemento certo finora decifrato in questo misterioso affresco in cui qualcuno avrebbe riconosciuto caratteri tipici degli alfabeti latino, copto, greco ed etiope, sembrerebbe essere la parola “Vlad” che pare ricorra più volte, altro possibile indizio che proverebbe le tesi degli storici.
Le prove scoperte fino ad ora non sono però sufficienti per confermare le ipotesi sull’effettiva tumulazione di Dracula a Napoli, ma di sicuro rendono ricco di fascino e di esoterismo il Complesso monumentale di Santa Maria La Nova, uno scrigno di fattura angioina che racchiude arte, storia e religiosità, in attesa di essere scoperto da turisti e appassionati di storia e di arte.
Salvatore Grabriele Popolo
COMPLESSO MONUMENTALE SANTA MARIA LA NOVA
MUSEO D’ARTE RELIGIOSA CONTEMPORANEA (ARCA)
Via Santa Maria la Nova, 44 – 80134 Napoli
(nei pressi delle fermate Università e Toledo, Linea 1 della Metropolitana
ORARI: Lunedì-Venerdì dalle 9:30 alle 15:00 – Sabato e Domenica dalle 9:30 alle 14:00
Contatti: Tel. + 39 081 552 15 97 – Email: info@santamarialanova.info
Sito web: www.santamarialanova.info