LIBERTAS chiede misure immediate per l’emergenza coronavirus

"Chiediamo risposte concrete per lo sport sociale..."

La LIBERTAS, attraverso il suo Presidente Musacchia, in questo momento di emergenza nazionale causata dal Coronavirus (Sars-Cov-2), chiede risposte concrete per lo sport sociale.

Diversi settori dell’economia, al fine di limitare il contagio della malattia Covid-19, già hanno subito lo stop in seguito alle misure adottate dal governo Conte, ma in questo momento storico anche lo sport professionistico e lo sport di base si trovano in ginocchio.

Musacchia dice che “lo sport sociale ha bisogno di misure immediate per resistere all’emergenza”.

Ricordiamo che il Centro Sportivo Nazionale Libertas è un Ente di promozione sportiva riconosciuto dal CONI che si occupa della diffusione sportiva, culturale, turistica e ricreativa, di volontariato per il servizio civile, con compiti di formazione professionale, di tutela ed assistenza previdenziale.

Nel 1979 viene riconosciuto dal Ministero dell’Interno con il decreto del 27 Dicembre quale Ente Nazionale con carattere assistenziale.

Segue ultimo comunicato del 13 marzo 2020

Stiamo vivendo un momento difficile che mette in discussione l’intero paradigma sociale a cui siamo abituati, accentuandone criticità e fragilità. Giorni in cui cambia drasticamente il modello che ci ha accompagnati nelle abitudini, negli schemi produttivi, nei comportamenti di consumo e nella gestione del tempo.

L’isolamento in cui si trova il nostro Paese ci permetterà, forse, di ripensare le priorità e le strategie future legate alle esigenze primarie, come l’assistenza sanitaria e quella sociale, in una parola, il sostegno alla popolazione tutta.

Una società spesso frammentata, fatta di spaccature sociali e marginalità, in cui il mondo del volontariato, del terzo settore e dell’associazionismo sportivo ha cercato di intervenire, con le proprie risorse e competenze, per sostenere, includere, lasciar partecipare.

Risorse che, per gran parte, hanno attinto alla forza dei volontari, delle piccole realtà, dell’iniziativa dei singoli.

coni

E cosa possiamo fare noi che apparteniamo a questo mondo, in un momento in cui per primi siamo in difficoltà e in affanno?

Possiamo ancora molto. Possiamo farci carico della responsabilità di tenere in piedi un settore che è da sempre connettore sociale e forza dinamica del nostro Paese.

Per noi lo sport, la promozione dell’attività di base e la promozione sociale hanno rappresentato un esercizio costante di soluzioniidee e progetti, per non lasciare indietro nessuno, per costruire ponti laddove si ergevano muri, per tendere mani nei territori che lasciavano poche alternative di vita.

Ma anche più semplicemente abbiamo portato avanti con forza una idea di cittadinanza attiva, di salute e di equilibrio, per sostenere il tessuto sociale tutto.

Ora che stiamo vivendo questa emergenza assoluta, una organizzazione come la Libertas, ha l’urgenza di dare voce a questo mondo, che tanto ha messo in campo negli anni, in termini di solidarietà, umanità e competenze.

L’associazionismo sportivo sta subendo moltissimo in termini economici, e ha dovuto reagire fin dall’inizio per contenere e contrastare la diffusione dell’infezione da coronavirus. Un settore che ha messo al primo posto immediatamente il bene comune, un bene superiore in questo caso, ma che pagherà moltissimo questa crisi sanitaria.

E’ innegabile che il nostro settore abbia timore per tutte quelle figure che si trovano in condizioni di precarietà e, che ormai da tempo, rivendicano interventi che possano garantire loro le tutele necessarie.

Così come abbiamo timore per la fragilità dell’associazionismo sportivo di base, che costituisce lo scheletro dell’attività motoria del nostro Paese, che attende un riconoscimento legislativo del proprio valore sociale, una semplificazione amministrativa, un assetto giuridico di sostegno e tutela.

L’impatto economico che già in queste poche settimane ha scosso lo sport sociale, le nostre associazioni e le società sportive, potrebbe rappresentare per molti una situazione da cui non potersi rialzare.

Di fronte ad uno scenario in cui associazioni sportive dilettantistiche e società sportive, che rappresentano più di un milione di lavoratori,  che sono risorse sociali imprescindibili e che potranno essere uno strumento per ritornare alla normalità, rischiano di chiudere definitivamente, noi non possiamo stare in silenzio.

Il nostro impegno è totale, e non potrebbe essere altrimenti, nel tutelare la salute pubblica, che è un diritto fondamentale della nostra Costituzione, ma le nostre energie saranno impegnate con determinazione nel chiedere sostegno economico e interventi a protezione del mondo che rappresentiamo.

Siamo coscienti che in molti stiano pagando gli effetti dell’epidemia di Covid-19 e siamo pronti a fare le nostra parte accanto ai cittadini, con le reti di volontariato e il nostro tessuto territoriale, ma abbiamo bisogno di sostegno. Ne abbiamo bisogno ora!

Siamo consapevoli che il Governo è al lavoro per attuare le misure economiche necessarie alla ripresa del Paese e a noi spetta il compito di far valere l’importanza economica e sociale dello sport per tutti.

Stiamo lavorando per presentare alle Istituzioni le misure che riteniamo più urgenti e necessarie, come la previsione di fondi o detassazioni che consentano il mantenimento degli impianti sportivi al di là del fermo delle attività,  la sospensione dei canoni sulle palestre e gli impianti comunali ora inattivi, gli ammortizzatori sociali per i lavoratori,  l’accesso facilitato al credito, la sospensione dei mutui, la proroga dei pagamenti delle utenze. Azioni incisive, immediate, che consentano di riprendere fiato al sistema.

Chiediamo a Sport e Salute Spa di sostenere lo sport per tutti con le risorse destinate al mondo della promozione sportiva. Al Ministro Spadafora la tutela, l’attenzione, la programmazione per ripartire al fianco dei cittadini, con un riconoscimento legislativo che riconosca il valore essenziale di questo mondo.

Chiediamo risposte concrete per lo sport sociale e ci assumiamo pienamente la responsabilità di fare la nostra parte con ogni risorsa a disposizione.

Al territorio, alle associazioni, alle società sportive e ai soci, sento la necessità di dire grazie.

Grazie per aver risposto con coraggio e con determinazione alla emergenza. Per aver dimostrato ancora una volta la “cura” nei confronti della società civile, la forza di mettersi a disposizione e di lottare per un’idea di società coesa, unita, reattiva, di cui tutti noi abbiamo bisogno ora più che mai.

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano