La notizia è girata in città e sul web nel pomeriggio di ieri, quella del parto avvenuto a Castellammare di Stabia nella notte tra domenica e lunedì scorsi. Bambina in buone condizioni, ma la mamma sarebbe risultata positiva al coronavirus dopo qualche giorno dal lieto evento.

La storia al momento non ha ancora una conferma ufficiale e non c’è ancora la versione dell’azienda sanitaria stabiese che possa confermare quanto raccontato sui social e su internet.

Nella serata di ieri è poi stata condivisa ed è arrivata anche sulla posta del nostro giornale, l’ormai famoso audio nel quale una persona, sembrerebbe una infermiera, attraverso quella che apparentemente dovrebbe essere una telefonata, racconta quanto accaduto in ospedale in quelle ore, denunciando il salto, da parte della partoriente, poi risultata affetta da Covid 19, della trafila pre-triage di protezione per gli operatori e per tutta la struttura ospedaliera.



Il San Leonardo di Castellammare di Stabia, ospedale super affollato in questi giorni dopo la riorganizzazione delle strutture ospedaliere, con l’identificazione di alcune di esse come centro di riferimento per il coronavirus, ha attivato una serie di procedure per garantire la massima sicurezza contro il contagio. Ma i fatti raccontano di una clamorosa falla nel sistema che rischierebbe di far implodere tutta l’organizzazione anti coronavirus al nosocomio stabiese.

Il parto nella notte tra domenica e lunedì scorsi

La partoriente, una donna residente a scafati ma originaria della zona dell’Annunziatella di Castellammare, sarebbe, appunto, giunta al San Leonardo e senza accedere ai filtri anti contagio predisposti, sarebbe arrivata direttamente nel reparto di ginecologia, nonostante l’invito rivoltole dal personale di servizio ad attenersi alla procedura vigente in considerazione anche del fatto che, al momento, già presentava una leggera forma febbrile.
La donna nelle ore successive avrebbe partorito, attraverso parto cesareo senza che però i sanitari impegnati e i reparti frequentati dalla puerpera fossero messi in sicurezza per il rischio coronavirus. Ovviamente, trattandosi di parto cesareo ad essere stato impegnato, risulta anche il blocco operatorio. Tutto bene per la bambina data alla luce, ma solo a fine operazione, per la donna sarebbe stato scelto un ricovero in isolamento anche a fronte di uno stato febbrile che andava diventando più serio.

La scelta, giunta solo dopo che personale vario aveva già avuto contatti con la giovane donna, avrebbe destato non poche perplessità nel personale stesso che avrebbero chiesto spiegazioni alla direzione sanitaria.

Intanto il peggiorare delle condizioni della paziente, che dopo un esame toracico evidenziava una polmonite compatibile con la sintomatologia del coronavirus, consigliava di effettuare il tampone di rito che, purtroppo, inviato all’Ospedale Cotugno ha dato poi, in realtà dopo poche ore, esito positivo. La donna quindi veniva trasferita all’ospedale di Boscotrecase, come da protocollo, essendo il presidio boschese la struttura di riferimento per la patologia.



A seguito di quanto sarebbe accaduto, ora la questione è legata alla sicurezza di quanti hanno avuto contatti con la donna risultata affetta da coronavirus, dal personale dell’accettazione alle infermiere, medici oltre che le aree frequentate dalla stessa, come la sala operatoria e tutto il blocco e il reparto di radiologia. Altro interrogativo che il personale si starebbe chiedendo in queste ore è quello relativo all’eventuale sanificazione degli ambienti. La certezza dell’infezione da coronavirus, purtroppo, è giunta solo dopo circa tre giorni dal ricovero della paziente con un evidente elevato rischio contagio per i reparti interessati. Sulla vicenda sembra sia stata anche allertata l’Arma dei Carabinieri.

I sindacati chiedono chiarezza

Di certo però, a muoversi sono stati i sindacati. Il Segretario Territoriale FSI-USAE Antonio Cascone, ha usato toni duri e ha deciso di scrivere alla Direzione Sanitaria del San Leonardo e alla Direzione Generale dell’ASL Napoli 3 Sud, per chiedere un immediato chiarimento. Questo quanto scritto dal rappresentante sindacale: «Quali sono i provvedimenti che la Direzione Sanitaria abbia adottato o intende adottare a tutela del personale sanitario esposto a rischio contagio e se sia stata effettuata idonea sanificazione negli ambienti dove la stessa ha transitato, atteso le caratteristiche logistiche degli stessi. Al San Leonardo esiste una zona filtro attigua al pronto soccorso dove l’interessata non è mai arrivata, in quanto dopo il passaggio in Pronto Soccorso si è recata (accompagnata da un operatore) direttamente nel Reparto di Ginecologia, dove è avvenuta l’accettazione come da prassi ordinaria».

Il sindaco Cimmino chiede chiarezza su quanto accaduto: “Operazione verità”

Sulla vicenda è intervenuto anche il sindaco stabiese, Gaetano Cimmino, che con un messaggio sul suo profilo social da detto: «Ho appreso ieri del parto all’ospedale San Leonardo di una donna, proveniente da un altro Comune, che presentava sintomi sospetti da coronavirus e che è stata sottoposta al tampone per il Covid-19, il cui esito, come riferitomi per le vie brevi dal direttore sanitario nel corso di un colloquio telefonico, sarebbe risultato positivo.



In qualità di massima autorità sanitaria locale, ho deciso pertanto di inviare una lettera al direttore sanitario dell’ospedale e al direttore amministrativo e sanitario dell’Asl, chiedendo loro di produrmi una relazione dettagliata e urgente in merito a tutte le procedure adottate per garantire che il parto avvenisse in condizioni di totale sicurezza».

Il sindaco Cimmino aggiunge poi che nelle scorse ore gli è giunta una mail avente ad oggetto “operazione verità”, la stessa giunta anche alla nostra redazione con in allegato l’ormai noto audio che denuncia le presunte e inquietanti anomalie nell’adozione dei protocolli necessari in questi casi per limitare la diffusione del contagio.
«Un’operazione verità – continua Cimmino – che io porterò avanti con ogni mezzo a mia disposizione per tutelare i miei cittadini… facendo chiarezza su quello che è successo in ospedale».

A fronte di una vicenda così delicata, che sta provocando malessere in tutta la cittadinanza, Cimmino afferma che si sarebbe aspettato una comunicazione ufficiale da parte dell’azienda «…per consentirmi anche di attuare tutto quanto mi compete in qualità di massima autorità sanitaria della città». E invece si rincorrono solo voci e dicerie che alimentano il panico.
Il primo cittadino dichiara di non poter accettare la carenza di informazioni che si trascina ormai da tempo.

Cimmino chiude il suo post dicendo che pretende di conoscere quanto accaduto all’interno dell’ospedale, i responsabili e come sia stata gestita l’intera situazione che mette a rischio l’incolumità di pazienti e personale del San Leonardo: «In gioco c’è la salute dei cittadini, in gioco c’è il destino di Castellammare».



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