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La lezione dei settanta

A vederli tutti insieme, mentre la sequenza video scorre sullo schermo, ti viene da pensare subito a un miracolo. A un fenomeno raro che si sta svolgendo sotto i tuoi occhi. Quasi come fosse un raggio di bellezza che attraversa il tempo e lo spazio.

Penso sia questa la sensazione – straordinariamente toccante – che attraversa la pelle non appena ci si imbatte nel concerto organizzato dall’orchestra del liceo scientifico «Francesco Severi» di Castellammare di Stabia.

Cosa hanno fatto di così speciale questi ragazzi?

Al tempo del Covid-19 – fatto di paura e restrizioni – si sono messi insieme, pur rimanendo a distanza. Ognuno di loro – con il proprio strumento – ha suonato una parte di un brano. Ogni singolo pezzo, come se si trattasse di un mosaico antico, è stato poi sapientemente montato (di seguito il video). L’idea è venuta ad Alfredo Intagliato e Geminiano Mancusi, rispettivamente direttore dell’orchestra «Severi» e tecnico esperto di software, sotto la supervisione di Elena Cavaliere, dirigente dell’istituto.

È venuta fuori un’intera orchestra virtuale composta da settanta ragazzi (di età compresa tra i 14 e i 18 anni) che all’unisono ha eseguito la colonna sonora dei film di Indiana Jones.

Tuttavia, ascoltando i settanta elementi, non si ha l’idea di una virtualità o di qualcosa costruito a tavolino. Dunque freddo e distaccato. Tutt’altro.

Quello che toccate con mano grazie alla musica degli allievi del «Severi» è il cuore, un muscolo inesauribile e così potente da distruggere tutta l’oscurità che ci sta inghiottendo. Perché questi ragazzi, con le loro forze e il loro entusiasmo, ancora una volta ci hanno ricordato che la bellezza, e quindi l’arte, rappresenta l’unica e vera motrice del mondo.

Questi giovani studenti non si sono affacciati al balcone né hanno gridato canzoni o, peggio, inscenato dei dj set alquanto discutibili. Hanno semplicemente chiuso gli occhi e attraverso le ali della musica ci hanno restituito la dimensione più preziosa della nostra vita: l’anima.

Ritengo infine che nella musica dei ragazzi del «Severi» si depositi un altro grande e vitale insegnamento: restare uniti per vincere la morte.

Nonostante il Covi-19 e la paura, stare insieme è l’unico antidoto per venirne fuori. Basta dunque con i litigi e le divisioni, con la corsa al protagonismo e al primato a tutti i costi (si guardi ad esempio alla disputa tra medici a proposito del farmaco anti Coronavirus); basta con la disinformazione, basta con l’incoscienza e l’irresponsabilità di molti.

Restare a casa, vero. Ma soprattutto restare uniti, insieme.

Questa è la lezione più preziosa che i settanta del Severi hanno dato a tutti noi.

 

 

 

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