Resta nell’obitorio il corpo senza vita dell’anziano 82enne deceduto nella serata del 23 marzo scorso, presso l’Ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, ma nel tardo pomeriggio è giunto i tragico esito del tampone. Positivo al coronavirus. E’ ufficialmente la terza vittima stabiese della pandemia che sta flagellando tutto il mondo.




L’anziano uomo, residente nel quartiere Quisisana si era recato in ospedale al comparire della febbre che era andata ad aggravare i persistenti problemi respiratori. Al momento del decesso, dato i sintomi medici della struttura sanitaria avevano ritenuto opportuno sottoporre la salma al tampone per accertare l’eventuale positività al Covid-19.

L’esito, però, e sono ben cinque giorni, ha tardato ad arrivare lasciando la famiglia sempre più indignata e preoccupata. Ore di angoscia si sono susseguite senza che venisse fatta luce sulla causa della morte dell’82enne. A nulla sono valse le telefonate all’Asl di competenza né l’appello al Comune. Bisognava attendere l’esito del tampone.

Oggi la figlia dell’anziano, si è rivolta ai suoi concittadini dalla sua pagina Facebook invitando tutti a restare a casa e a valutare seriamente se convenga disattendere questa richiesta che diventa, ogni giorno di più, monito e necessità per la salvaguardia della propria e altrui salute.

Questa sera il risultato, quello che tutti speravano di non ricevere. La positività rende ora, e con notevole ritardo, necessario procedere all’isolamento domiciliare dei familiari e delle persone che possono essere entrate a contatto con l’anziano e alle verifiche previste come da protocollo per il contenimento del contagio da Coronavirus.



Resta da capire come sia stato possibile dover attendere così a lungo per l’esito del test, lasciando una famiglia tra dubbi e dolore, ma soprattutto con un rischio di contagio che inevitabilmente in questi giorni potrebbe essere salito in maniera esponenziale.

Intanto oggi il numero dei contagiati è salito a 15 a Castellammare di Stabia, di cui gli ultimi una maestra di 60anni ed un medico di 61. Per fortuna, trovandosi le scuole chiuse, la maestra non ha avuto contatti con la platea scolastica né con colleghi, il che ha fatto scongiurare l’innescarsi di un possibile focolaio, mentre preoccupa ovviamente la positività del medico.

Con l’aumentare dei casi, aumentano anche le persone poste in isolamento e la lentezza nella comunicazione degli esiti dei tamponi non fa che accrescere il senso di inquietudine e di paura generale.

Emanuela Francini




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