Aveva solo 16 anni la più giovane vittima del Coronavirus, deceduta a Parigi nei giorni scorsi a causa del Covid-19. Lo ha reso noto nella serata di giovedì, il direttore generale della sanità Jérôme Jalamon.
Julie A. aveva solo 16 anni, era sana e non aveva patologie pregresse e questo rende la sua scomparsa ancora più sconvolgente. La giovane, residente sull’ Île de France, aveva accusato inizialmente solo una lieve tosse che si era presto trasformata in insufficienza respiratoria. Trasferita all’ospedale pediatrico Necker di Parigi, l’adolescente è deceduta senza che vi fosse alcuna possibilità di salvarla, per una forma grave del virus “estremamente raro” nei giovani – come ha spiegato il professor Jérôme.
Sotto shock Parigi e l’intera Francia che sta pagando un contributo altissimo al virus. Sconvolta la famiglia che non ha potuto esserle accanto, né stringerle una mano o darle un bacio d’addio, perché questo maledetto virus impone di mantenere le distanze. “Dobbiamo smettere di credere che il Coronavirus riguardi solo gli anziani- si è sfogata la sorella della vittima – Nessuno è invincibile”
Anche Chloe, la giovane deceduta a High Wycombe, nella contea del Bickinghamshire, nel Regno Unito, non presentava altre patologie pregresse. Tristissimi gli appelli della mamma e della zia che hanno divulgato la storia della ragazza sui social per sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica. “Parlo per esperienza personale quando vi dico che questo maledetto virus si è portato via mia figlia di 21 anni”. E rivolgendosi alla popolazione britannica hanno esortato “aderite alle linee guida del governo. Fate la vostra parte: proteggetevi e proteggete gli altri.
Il virus non si sta diffondendo, sono le persone che stanno diffondendo il virus”.
Giovanissimo anche Andrea Tesei, il giovane originario di Predappio in provincia di Forlì. Il 26enne, era conosciutissimo in zona, capo scout e di gran cuore ha lasciato parenti, amici e concittadini esterrefatti. Assurda la sua trafila. Il giovane era stato ricoverato per alcuni giorni in terapia intensiva all’Ospedale Bufalini di Cesena, dopo aver avuto esito positivo del tampone. Le sue condizioni erano apparse subito molto gravi, a causa della presenza di patologie pregresse, ma col trascorrere dei giorni erano migliorate tanto da permettere il trasferimento al nosocomio forlivese, nel reparto di pneumologia da dove aveva potuto tranquillizzare la madre, vedevo ed in isolamento domiciliare. Poi improvvisamente il peggioramento e il decesso. “Siamo tutti sotto shock – ha scritto il primo cittadino di Predappio, Roberto Canali – e profondamente addolorati per la morte di questo giovane, speravamo tutti ce la facesse”.
Non dobbiamo commettere l’errore di pensare che vi siano categorie di persone esenti dai rischi di questa malattia – è il monito del professor Massimo Andreoli, Primario di Malattie infettive al Policlinico di TorVergata di Roma. Allo stato attuale, cioè, non è dato sapere quali siano esattamente le cause contingenti che innescano meccanismi tali da determinare epiloghi così virulenti anche in soggetti che all’apparenza sembrerebbero sani o in età giovane.