Chi può metta, chi non può prenda”. Una frase che sta facendo il giro dell’Italia e grazie al web il giro del mondo. Una richiesta e allo stesso tempo un’offerta d’aiuto, avvertita fortemente dai partenopei, che, come sempre, dimostrano il loro gran cuore.

E a Napoli la semplicità di un gesto come quello di calare un panaro, tipico dei vicoli, dove da sempre vicini e conoscenti si sono scambiati oggetti, regali, pensieri, diventa oggi simbolo di un sentire più profondo.



la frase chi non ha prenda, giuseppe moscatiLa frase è del medico Giuseppe Moscati, oggi santo, le cui spoglie riposano nella Chiesa del Gesù Nuovo, che dedicò tutta la sua vita ai bisognosi senza far distinzione di caste. Ricchi o poveri erano per lui solo malati da curare, eppure se si rendeva conto che una famiglia era in difficoltà, insieme alla ricetta spesso donava anche i soldi per poter acquistare le medicine necessarie. Lo studio dove ogni giorno aspettava i suoi pazienti è divenuto, per tutti, un luogo di culto e conserva ancora il cappello su cui aveva scritto Chi ha, metta. Chi non ha, prenda”.

cappello moscati, chi ha mettaChi ha e può metta. Un invito ad essere solidali con chi, in questo momento, è più sfortunato, chi ha bisogno e pur vivendo nell’indigenza, forse , non ha neanche il coraggio di mostrare la propria fragilità e le proprie necessità.

Quante persone hanno perso il lavoro a causa del Coronavirus, quanti padri e quante madri, in quartieri dove l’arte dell’arrangiarsi procura il pane quotidiano, si ritrovano oggi a non poter adempiere adeguatamente al loro primario dovere e desiderio, “provvedere alla famiglia”. Quante situazioni si celano nell’ombra, mentre il mondo sembra rincorrere solo un alternarsi di numeri che salgono e scendono: contagiati, positivi, negativi, asintomatici, deceduti.

Eppure c’è un substrato altrettanto doloroso. L’indigenza nascosta, quella che per pietà, per timore, per vergogna non si mostra. Eppure c’è. Esiste. Tante le iniziative di questi ultimi giorni: raccolte alimentari, donazioni, persino il governo ha promesso che si attiverà, ma mentre la macchina organizzativa prende il via, a Napoli compare. Appunto, il famoso “panaro” quello con cui le massaie offrono alla vicina il pane caldo appena sfornato, il dolce della domenica o tirano su la spesa. Quel panaro racchiude il cuore di Napoli.




Accanto alla scritta “Chi ha metta”, appare l’altra, ancora più significativa: “Chi non ha prenda”, perché chi non è in grado di provvedere a se stesso e alla famiglia per le ovvie cause contingenti generate da questa triste emergenza Covid-19, possa trovare non solo ciò che può essere necessario al sostentamento, ma il calore umano di chi tende la mano, la forza e il coraggio trasmessi, perché insieme ce la possiamo fare. E forse questa è la ricchezza più grande da condividere.

Ivan di Napoli

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