Mancanza di presidi di protezione e gravi falle nella gestione dell’emergenza. Direzione Sanitaria nel mirino
Questa mattina richiamati nella struttura tutti gli infermieri e i medici in prima linea in questi giorni di crisi sanitaria a causa del Covid-19. Settanta i tamponi effettuati agli operatori ospedalieri asintomatici.
In mattinata la notizia di ben undici dipendenti del San Leonardo tra positivi al coronavirus e sospetti in attesa di tampone: 4 i medici già positivi mentre 7 infermieri sarebbero a casa già da qualche giorno per la presenza di sintomi che riporterebbero al contagio da Covid-19. Tutti hanno prestato servizio in ospedale tra i reparti Pronto Soccorso e la Medicina d’Urgenza.
Gli operatori sottoposti a tampone stamattina non sarebbero stati messi in isolamento a casa in attesa dell’esito del test ma, a quanto pare continuano a lavorare nei reparti, spostandosi dai pazienti positivi, Ai reparti dove sono ricoverati i casi sospetti, ma anche impegnati ad assistere i malati che arrivano a Castellammare di Stabia per altre patologie non inerenti al coronavirus.
Tanti infermieri lamentano la scarsità degli strumenti e dei presidi di protezione forniti dall’ospedale: mascherine non adatte a trattare con pazienti positivi, assenza totale di schermo facciale e scarsità di tute di protezione.
Sotto accusa la gestione del presidio ospedaliero da parte della Direzione Sanitaria. E duro il comunicato inoltrato al Direttore Generale Dott. Gennaro Sosto, al Direttore Sanitario Dott. Gaetano D’Onofrio, al Direttore Amministrativo Dott. Giuseppe Esposito, ma anche all’ASL Napoli3sud, al sindaco Cimmino e ai mezzi di comunicazione. Il comunicato a firma di tutte le organizzazioni sindacali del comparto è stato inoltre inviato per conoscenza anche al Direttore Sanitario OO.RR. Area Stabiese, Dott. Mauro Muto.
I lavoratori sottolineano che questa situazione derivante dalla cattiva gestione dell’emergenza era stata già denunciata la scorsa settimana, paventando la possibilità che proprio l’ospedale possa diventare una bomba epidemiologica che rischia di creare, continuando le cose sullo stesso binario, di dar vita un pericoloso focolaio infettivo.
Filippo Raiola
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