Salvini e la D’urso recitano il rosario in diretta. Raccolte 400mila firme per la cancellazione del programma

Il leader della Lega: "...E quindi mi taccio e dedico 'un eterno riposo' a queste italiane e a questi italiani, che ci danno una mano da lassù ad uscire da questo incubo"

Matteo Salvini a Non é la D'Urso

Durante la puntata di “Live – Non è la D’Urso” del 29 marzo 2020 il segretario della Lega Matteo Salvini, dopo aver esposto le sue indicazioni per supportare gli italiani in difficoltà economiche, propone “10 secondi per pensare ai 10.000 italiani che sono morti”.




Il leader della Lega dice: “…10.000 italiani che sono morti e che ci seguono da lassù…senza neanche essere stati salutati dalle figlie, dai figli…alcuni li conosco personalmente, a coloro che non hanno neanche potuto salutare la mamma, il papà, il nonno o la nonna…e quindi mi taccio e dedico “un eterno riposo” a queste italiane e a questi italiani, che ci danno una mano da lassù ad uscire da questo incubo”.

Barbara D’Urso quindi aggiunge: “Se vuoi io lo dico, lo posso recitare perché tanto tutte le sere io faccio il rosario, non me ne vergogno, anzi sono orgogliosa di dirlo, quindi…”

Così i due recitano la preghiera in diretta.

Ma la cosa non è andata a genio ad una parte dei cittadini italiani che hanno fatto seguire successivamente numerosi commenti critici.

Le critiche sono arrivate non solo da parte di personaggi pubblici, dello spettacolo e della politica, ma anche dal mondo della rete, che si è espresso numeroso attraverso i canali social.



Nel frattempo è addirittura partita la petizione online per la cancellazione del programma.

La raccolta firme, che ha già raggiunto oltre 400.000 firme, è stata inviata sia a Confalonieri che a Mediaset.

“Purtroppo – scrivono i firmatari – sappiamo la caratura culturale dei suoi programmi, ma questa volta ha superato il limite invitando in diretta Salvini e PREGANDO in diretta insieme a lui. Ricordiamoci che l’Italia è un paese laico e che abbiamo i nostri luoghi di culto e sacerdoti. Questa operazione ha sfruttato ancora una volta il potere della religione sugli anziani, così da rafforzare la sua personalità e il suo programma, indegno culturalmente”.

Salvini invece risponde così alle critiche dal suo twitter, taggando inoltre @LiveNoneladUrso: “Orgoglioso di quanto detto ieri sera su Canale 5, alla faccia di chi ci vuole male e sa solo insultare”.




Le reazioni di alcuni politici e personaggi pubblici

Paolo Bonolis ad “Un giorno da Pecora” (Radio 1), sceglie l’ironia: “mannaggia la miseria, cos’è successo ieri. Mo’ te lo racconto…Stanno cercando di soppiantare il Santo Padre”. E forse riferendosi alla collega: “Vuole impossessarsi anche del Vaticano, non solo di Canale 5”.

Federico Ferrazza, direttore di Wired dal suo twitter: “Barbara D’Urso e Matteo Salvini hanno recitato in diretta TV l’Eterno Riposo, la preghiera per i defunti dei cattolici. Che qualunque dio ci protegga”.

I deputati PD: “Ferisce tutti, credenti e non, la preghiera in diretta TV di Salvini e D’Urso. La fede e la morte meritano rispetto. Per consenso politico e di share svendono l’umanità e la spiritualità. Vergogna!”




Anche il Portavoce M5S al Parlamento Europeo e Coordinatore della Commissione Affari Esteri e Affari Costituzionali, Fabio Massimo Castaldo, ha postato dalla sua pagina Facebook: “Si è messo a recitare l’Eterno Riposo in diretta tv, su Canale 5. Senza vergogna, senza rispetto, senza alcun ritegno: la propaganda salviniana non risparmia né i credenti né i morti”.

Abbate sul quotidiano Il Riformista è invece a favore della D’Urso: “Giù le mani da Barbara d’Urso. Nessuna ironia, laicità pretende che possa recitare ogni genere di rosario. Alle grandi interpreti di se stesse va consentito questo e molto altro…per quali proterve ragioni dovremmo trovare discutibile, disdicevole, oscena la preghiera di Barbara nostra, queste sue parole toccanti, sicuramente perfette agli occhi dei semplici, del pubblico di Canale 5?”.

Monsignor Giovanni d’Ercole, segretario della Commissione episcopale per le comunicazioni sociali, commenta all’Adnkronos: “Io ho cambiato canale. Oggi è diventato tutto occasione di scontro, specie sui social. Perciò dico: lasciamo che ognuno si esprima dicendo ciò che vuole e se non ci piace cambiamo canale. Non si può sempre stare sempre col fucile puntato, pronti a sparare. Sciacallaggio? È una parola molto seria. Io l’ho vista oggi sui social la cosa e ho detto: voltiamo pagina. Cerchiamo di volerci più bene. Oggi la situazione lo richiede ancora di più”.



Don Antonio Rizzolo, direttore di Famiglia Cristiana: “Una inaccettabile strumentalizzazione, una ricerca di visibilità fuori luogo. Più che una vera preghiera per le persone che soffrono mi è sembrata una ricerca di visibilità. Invece bisognerebbe essere più in sintonia con le persone sofferenti. La preghiera è sempre importante e non è riservata al clero, e tutti i credenti è giusto che la facciano ma in questo caso mi è parso si sia voluto approfittare della situazione per una ricerca di visibilità”. “Sciacallaggio nel senso di approfittare della situazione per avere visibilità…Una preghiera sentita arriva a Dio senza bisogno che venga usata la tv. Al limite, se Salvini e la D’Urso avessero detto ‘a casa prego per le vittime’ era un altro discorso, ma è davvero inaccettabile l’utilizzo e lo sfruttamento della situazione per avere visibilità”.

Il critico Aldo Grasso, sul Corriere della sera del 31 marzo parla di “ostentazione quanto meno fuori luogo. Anche perché la preghiera richiede più cuore che lingua…la recita di D’Urso-Salvini è suonata stonata, inopportuna, esibizionistica. Trasmissione sempre così sguaiata e caravanserragliesca”.



Vittorio Feltri su Libero Quotidiano si pone anche lui a favore della D’urso: “Barbara d’Urso dopo avermi riservato un paio di scherzi da prete, anzi da suora, mi è diventata più antipatica di suo cugino, il Coronavirus. Tuttavia ciò non mi impedisce di darle ragione quando ce l’ha…Intendiamoci, una trasmissione televisiva basata sul Requiem non è il massimo per tirare su di morale il pubblico, pertanto fosse dipeso da me avrei sconsigliato vivamente la messa in onda della macabra prece…Oltre 300 mila persone hanno firmato una petizione allo scopo di chiudere il format o, almeno, promuovere l’allontanamento della star dagli studi Mediaset, manco ella si fosse macchiata di un delitto…Lo spettacolo mortuario può non piacere, però chi non lo gradisce dispone di un’arma difensiva efficacissima: azionare il telecomando e cambiare canale. Mettersi lì col coltello tra i denti e organizzare una sorta di referendum per scacciare la d’Urso in versione religiosa è una maialata indegna di gente civile. Barbara lavora in una antenna privata, di proprietà di Silvio Berlusconi, non in un ente pubblico, pertanto ha il diritto di agire come le garba, al massimo sarà l’editore, non una banda di scriteriati, a licenziarla. Cosa che non avverrà dato che la presentatrice, quantunque non mi vada a genio, è una gallina dalle uova d’oro per il Cavaliere…La strumentalizzazione della chiesa è un fenomeno storico che ora non può essere biasimato soltanto perché Barbara e Matteo lo hanno rispolverato”.

Andrea Ippolito

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