“Commemorare le dodici vittime del lavoro, giovani vite spezzate dallo scoppio della Flobert’s in quel tragico venerdì 11 aprile del ’75, è per noi e tutta la cittadinanza più che doveroso e lo faremo con piccoli gesti concreti che possano degnamente ricordarle, nonchè elevando il pensiero ai dodici lavoratori ed a tutti i lavoratori che ancora oggi perdono la vita per la mancanza di informazione, formazione e sicurezza sui luoghi di lavoro”.

E’ con quest’animo e queste parole che la vice Prefetto Stefania Rodà, Commissario Straordinario del Comune di Sant’Anastasia, ha disposto la realizzazione e l’affissione di un apposito manifesto “per non dimenticare”. Sabato 11 aprile 2020, inoltre, al balcone dell’Ente la bandiera sarà a mezz’asta, un cuscino di fiori sarà deposto presso la lapide commemorativa che si trova sotto l’androne di Palazzo Siano e Don Ciccio D’Ascoli, parroco in Santa Maria La Nova, nel celebrare a porte chiuse la Santa Messa commemorativa ricorderà i nomi delle 12 vittime del tragico evento.

La “Giornata della Memoria delle vittime della FLOBERT’S”, istituzionalizzata dall’Ente nel 2012, evento che nel 1975 scosse e ancora oggi scuote l’intera comunità vesuviana e anastasiana, sarà ricordata così in quanto le restrizioni ed il distanziamento imposto dalla salvaguardia della salute pubblica sono prevalenti e tutti i cittadini sono invitati a mantenere il comportamento virtuoso di restare a casa, non dimenticando in cuor proprio il dolore e la costernazione di quel giorno.

Era passata appena l’ora di pranzo quel venerdì e sessanta persone, molte di loro donne, lasciavano il lavoro o lo riprendevano. Ad un gruppo di tredici operai fu chiesto di continuare a lavorare in un capannone tra polvere da sparo e migliaia di cartucce già confezionate: nel reparto dove scocca la scintilla. Una deflagrazione e, come racconta da anni Ciro Liguoro, “nun se capett’ cchiù niente”. Intorno a lui corpi dilaniati dei 12 colleghi morti sul colpo. Unico superstite e per questo fautore di manifestazioni in ricordo dell’evento, Ciro Liguoro si ritrovò sotto le macerie, pieno di sangue e, dopo la visione che ebbe della Madonna dell’Arco, ricorda lucidamente, ritrovò la forza di liberarsi e fare pochi passi prima di svenire.  L’11 aprile del 1975 quella tragedia accomunò Sant’Anastasia, Somma Vesuviana, Ottaviano, Marigliano e Portici, comuni di nascita o residenza delle vittime, e l’allora sindaco di Sant’Anastasia, Antonio Manno, volle a dedicare nel locale Cimitero un monumento sul quale si leggono i loro nomi e la scritta: “Pagarono con la vita il pane, la pietà del popolo li volle qui riuniti”.

Quest’anno un cuscino di fiori deposto a Palazzo Siano sotto la lapide murata a perenne ricordo delle vittime della Flobert’s, la bandiera a mezz’asta, il manifesto e la Santa Messa a porte chiuse saranno i soli piccoli gesti tangibili che la pandemia consente di realizzare, ma è la tragedia stessa a ricordare e a gridare ancora oggi: vogliamo sicurezza sui luoghi di lavoro, basta morti bianche!

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