Coronavirus, “finalmente” arriva in Cina il divieto di mangiare cani e gatti. Gatti e cani, la cui carne è consumata da una minoranza di cinesi, sono stati esclusi per la prima volta da un elenco ufficiale di animali commestibili. Il testo è stato pubblicato dal ministero dell’Agricoltura. La decisione arriva dopo il divieto di febbraio sul commercio e il consumo di animali selvatici, pratica sospettata della diffusione del coronavirus.
L’associazione americana Humane Society International stima che 10 milioni di cani siano uccisi ogni anno in Cina per la loro carne. In particolare, migliaia di questi animali sono macellati durante la festa della carne di cane di Yulin, in condizioni ritenute crudeli dai difensori degli animali.
Il testo, diffuso mercoledì dal ministero dell’Agricoltura e degli Affari rurali, è nella sua fase di “consultazione aperta” al pubblico per suggerimenti e migliorie, ma già rappresenta una svolta maturata sull’onda della pandemia del Covid-19 e in forza del peso che gli animali da compagnia hanno guadagnato nella società, capaci di generare un giro d’affari annuo stimato tra i 20 e i 30 miliardi di dollari.
La nuova lista chiarisce anche che il termine “bestiame” si riferisce agli animali che “sono stati addomesticati e fatti riprodurre per lungo tempo” al fine di ottenere prodotti come carne, uova e pelliccia oppure per fini medicinali e militari.