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La Federtennis contro la protesta dei sindacati sul “Fondo Integrazione Salariale”

foro italico tennis

La FIT, Federazione Italiana Tennis, ribadisce l’infondatezza delle motivazioni della protesta dei sindacati riguardante l’adozione dello strumento del “Fondo Integrazione Salariale” messo a disposizione dal Governo italiano per le società e le organizzazioni colpite dall’emergenza coronavirus.



Il comunicato integrale della Federtennis

Alcuni quotidiani e media digitali hanno oggi nuovamente dato visibilità alla polemica presa di posizione dei sindacati Fp Cgil, Cisl FP, Uilpa e Cisal Fialp, che contestano la decisione della FIT di adottare lo strumento del “Fondo Integrazione Salariale” messo dal Governo italiano a disposizione delle società e delle organizzazioni colpite dall’emergenza da coronavirus. Aldilà di ogni considerazione sull’eticità di una protesta che mira a difendere alcune decine di lavoratori dipendenti già ampiamente tutelati dalla legislazione del lavoro e dagli ammortizzatori sociali in un momento in cui centinaia di migliaia di lavoratori autonomi sportivi, tra cui 10.000 insegnanti di tennis, si ritrovano senza alcuna possibilità di guadagno a causa del blocco di ogni attività, aldilà di questo, si diceva, la FIT si vede pertanto costretta a ribadire l’assoluta infondatezza delle motivazioni di tale protesta.

L’assunto secondo il quale la Federazione Italiana Tennis, come tutte le Federazioni sportive nazionali e le altre organizzazioni che godono dei contributi distribuiti da Sport e Salute SpA, percepirebbe “milioni di euro pubblici erogati dal Mef e destinati a sostenere quasi interamente anche il costo ordinario del personale dipendente”, fa riferimento a criteri di assegnazione che dall’anno in corso sono stati modificati per “incentivare l’obiettivo dell’efficientamento della struttura operativa federale”.



Si presume che le organizzazioni sindacali dovessero essere a loro volta a piena conoscenza di tale novità, ma in ogni caso la FIT gliele aveva ricordate nel corso del confronto di alcuni giorni fa citando la delibera di Sport e Salute SpA del dicembre 2019 nella quale si comunicava che “a partire dal 2020 i contributi che Sport e Salute SpA eroga alle FSN non fanno più riferimento specifico alla copertura del costo del personale”. Tale scelta è stata concepita “per rispondere ad un più stringente criterio di efficienza complessiva delle FSN, in quanto il contributo non è a «copertura costi» (seppur parziale), ma a «premio» dei risultati sportivi ottenuti”.

In altre parole, da quest’anno alle Federazioni Sportive Nazionali – che, è bene ricordarlo, hanno natura totalmente privatistica – vengono riconosciute “la completa autonomia gestionale e la conseguente piena assunzione di responsabilità” nell’amministrazione delle risorse pubbliche ricevute. Tutto ciò quale ulteriore step verso la piena distribuzione delle stesse con criteri totalmente e oggettivamente meritocratici.

A tal proposito, si rammenta che, come risulta da dati ufficiali di fonte Coni, la Federazione Italiana Tennis si autofinanzia per l’87 per cento ed è dunque quella che meno di ogni altra riceve contributi statali in rapporto alle proprie dimensioni. Ciò premesso, la tesi dei sindacati sarebbe insostenibile anche se valessero ancora i vecchi criteri, utilizzando i quali nel 2020 la FIT vedrebbe coperto da contributo statale soltanto l’81 per cento dei costi del proprio personale (dirigente e non dirigente), mentre i minori costi derivanti dal ricorso al FIS sono stimabili a circa il 10 per cento di tale ipotetica cifra.



Ergo, pur applicando la “cassa integrazione”, nel 2020 il costo del personale sarà per la FIT superiore a quello che sarebbe stato coperto dai contributi statali valorizzati con i vecchi criteri. Alcuni stralci della lettera del dicembre 2019 con la quale Sport e Salute comunicò le nuove disposizioni sono consultabili scaricando il documento dal link: La lettera di Sport e Salute relativa all’assegnazione dei contributi.

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