“Bisogna riaprire subito. Con tutti i dispositivi di sicurezza, ma subito”, è l’appello di Matteo Renzi, senatore della Repubblica ed ex presidente del Consiglio Italiano.
Avrà ragione?
Renzi si dice impressionato dal fatto che “in troppi non si rendano conto del disastro economico e occupazionale” che rischia l’Italia, continua col dire che si impiegano energie a “rincorrere i runner o di quante volte una famiglia porta fuori il cane”, mentre nel frattempo “sta saltando il sistema produttivo”.
In una recente intervista rilasciata a il Sole 24 ore, il leader del partito Italia Viva esprime le sue impressioni subito dopo la proroga del lockdown decisa dal governo italiano.
Nell’ultima conferenza stampa del premier Conte si è parlato di ripartenza della silvicultura, della fabbricazione dei computer, delle librerie e delle cartolibrerie, Renzi nel frattempo si dice “felice della riapertura delle librerie” e che non si dovevano chiudere, come le edicole.
Poi l’ex premier fa un’altra critica portando alcuni esempi che riguardano le fabbriche italiane: “Quando penso alla ripartenza, penso alle fabbriche non alle cartolerie. Perché Pasini può produrre acciaio in Germania e non in Italia? Perché la Fila può preparare matite in Francia e non in Italia? Perché la Saxa Gres di Borgomeo e migliaia di piccole e medie imprese perdono quote di mercato perché i competitor europei sono aperti e noi no?”.
“Le fabbriche ben gestite sono più sicure degli ospedali e delle case di riposo. Chi è in regola con mascherine, guanti e distanze di sicurezza può riaprire. Qui non si tratta di inseguire il profitto, qui si tratta di salvare i posti di lavoro”, dice Renzi che poi parla delle scuole e del fatto che non si stia sfruttando questa “finestra temporale che non ricapiterà” per rimettere in sicurezza i plessi scolastici.
“Se mettiamo due miliardi in lavori di manutenzione scolastica sono due miliardi che garantiscono la sicurezza dei nostri figli, aiutano un settore in crisi come l’edilizia, ritornano subito come Pil”, aggiunge ancora il senatore di Italia Viva.
Poi viene affrontato il tema della patrimoniale proposta dal PD per i redditi oltre gli 80mila euro, che viene ritenuta una “cultura della vecchia sinistra”. Renzi continua ancora dicendo che per “far sorridere i poveri” bisogna che il sistema produttivo riparta, “non tassare di più chi ha sempre pagato le tasse. Le tasse vanno abbassate, non alzate…Chiedere un contributo a chi guadagna più di 3.000 euro netti al mese significa colpire come prima categoria i medici”.
Mentre sul discorso del MES e dell’Europa fa i complimenti a Gualtieri che a sua detta “ha agito bene”, insieme al ministro Renzi conferma “anche Paolo Gentiloni”, sostenendo inoltre che “senza la Banca Centrale Europea l’Italia sarebbe già al default”, poi che “l’Europa è la nostra salvezza, non il nostro problema”.
Sulla liquidità alle imprese l’ex premier rivendica l’idea del suo gruppo: “Anticipare il 25% del fatturato 2019 è giusto” ma occorre semplificare le regole, perché “tutto ruota attorno alla garanzia del 100% e alla necessità di sottoporre comunque a istruttoria bancaria la richiesta”.
“Bisogna agire adesso. Agire e riaprire” perché “senza liquidità le partite iva e le aziende saltano”, conclude il fondatore di Italia Viva.
Andrea Ippolito