La situazione in Italia riguardo il Covid-19 è sempre in bilico, i piccoli miglioramenti fanno ben sperare ma si è ancora lontani dalla cosiddetta Fase 2, con il lento ritorno alla normalità. Ma il calcio sta pensando a come ripartire ed è ormai stata presa la decisione di portare a termine la stagione, a costo di giocare le ultime partite a luglio inoltrato.



Il 4 maggio (al momento primo giorno dopo la fine del lockdown) si dovrebbe tornare ad allenarsi a ranghi completi nei centri sportivi. L’obiettivo è di fischiare l’inizio della ripresa del campionato il 31 maggio, con i recuperi delle gare non disputate a fine febbraio e inizio marzo. Dal 4 giugno via alle ultime 12 giornate, con turni ogni domenica e mercoledì. La chiusura è fissata per il 12 luglio. Per fronteggiare l’aumento della temperatura ci saranno delle modifiche orarie: dal 24 giugno in poi saranno evitati i lunch match e le partite delle 15, con spostamento delle partite alle ore serali.

La FIGC ha anche varato le disposizioni sanitarie per la ripresa delle attività. La commissione medica della Federazione si è riunita oggi e ha deliberato la raccomandazione di un ritiro per calciatori, staff tecnico, medici, fisioterapisti, magazzinieri e tutto il personale a stretto contatto con i giocatori. Il modello è quello della preparazione estiva, quando le squadre vanno appunto in ritiro precampionato isolandosi fisicamente.



Il ritiro sarà preceduto da uno screening da effettuare tra le 72 e le 96 ore prima della ripresa delle attività e a cui si dovrà sottoporre tutto il gruppo delle categorie sopra elencate. Queste visite comprenderanno test molecolare e sierologico per appurare la negatività al Coronavirus, un’anamnesi accurata, un controllo clinico ed esami strumentali e del sangue. Le disposizioni comprendono anche la sanificazione del luogo di allenamento (campi, centro sportivo, palestre, magazzini ed edifici dove risiederanno i membri della squadra).

Si valuta anche la possibilità di far ripartire prima soltanto la Serie A e successivamente Serie B e Serie C, poiché la quasi totalità delle società delle categorie minori non hanno possibilità strutturali ed economiche tali da poter far fronte alle accortezze disposte.



Il documento stilato durante la riunione sarà dunque trasmesso al governo, in particolare al Ministro dello Sport Spadafora e al Ministro della Salute Speranza, per una valutazione sulla effettiva fattibilità di tutto ciò.

Il calcio quindi ha deciso di ripartire, senza se e senza ma, a tutti i costi. La speranza è che questa presa di posizione non crei problemi di salute a nessuna delle persone coinvolte.

Salvatore Emmanuele Palumbo

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