Nel documento, in particolare, viene messo in risalto che l’art. 8 del DPCM abroga, a partire dal successivo 14 aprile, gli effetti di tutti i precedenti Decreti emessi dalla Presidenza del Consiglio, l’8, il 9, l’11 e il 22 marzo e il 1° aprile, riguardanti l’emergenza da Coronavirus.
Tuttavia, dall’emanazione di quei Decreti, ora abrogati, derivava l’obbligo, per i cittadini, di compilare i modelli di autodichiarazione, per attestare i motivi che giustificavano l’uscita dalle loro abitazioni e questo obbligo, oggi sembrerebbe essere stato anch’esso abrogato.
L’attuale formulazione del DPCM del 10 aprile, invece, sembrerebbe riservare solo a chi entri o sia in transito sul territorio nazionale l’obbligo di consegnare al vettore, all’atto dell’imbarco, una dichiarazione resa ai sensi degli articoli 46 e 47 del decreto del Presidente della Repubblica del 28 dicembre 2000, n.445.
A conforto delle loro tesi, Iacoi e De Pasquale, hanno sottolineato che “parte della magistratura si è già espressa sulle autodichiarazioni ritenendo inapplicabili gli articoli del codice penale in essa indicati e che anche il Prof. Giovanni Maria Flick, Presidente Emerito della Corte Costituzionale, considera illegittimi eventuali arresti penali per il delitto di falso, in relazione ai decreti COVID_19».
Quindi, per evitare incertezze e difficoltà al personale operativo, ma anche agli stessi cittadini, i due Segretari Nazionali, chiedono ai destinatari della missiva di emanare gli opportuni chiarimenti e le necessarie direttive sull’obbligatorietà o meno di compilare le autodichiarazioni per tutti coloro che siano già presenti sul territorio della Repubblica.