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La Fase 2 divide l’Italia: aperture differenziate e suddivisione in macroaree

coronavirus

Tante le proposte e le alternative al vaglio del governo ci sarebbe la possibilità di riaprire anticipatamente sulla data prevista di fine lockdown alcuni settori come i cantieri edili, la filiera del tessile e dell’abbigliamento, i calzaturifici, i mobilifici e il comparto delle automotive. Alcune di queste come la filiera automobilistica non ha masi smesso di funzionare grazie anche al protocollo del 9 aprile e tutte comunque rientrerebbero in quelle considerate a basso rischio dall’Inail.




Solo dopo il 4 maggio, invece sarà possibile la riapertura per bar, ristoranti e parchi, ma sempre con misure molto restrittive.

Eppure il punto su cui maggiormente si discute è la riapertura differenziata. Ipotizzate  3 macroaree (nord, centro e sud) definite a seconda della propagazione del virus e della presenza di un numero più o meno elevato di contagiati.




Le Regioni meno colpite potrebbero anticipare le loro riaperture rispetto a quelle  maggiormente martoriate, con un monitoraggio dopo 15 giorni per verificare la tenuta o meno del contenimento e poter intervenire tempestivamente in caso contrario, con nuove e più drastiche misure di contenimento.

Anche la tempistica delle riaperture da regione a regione dovrebbe essere diversificata, mentre sarà opportuno limitare ancora la mobilità tra le zone nella stessa macroarea e tra le 3 macroaree.

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