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Buoni spesa: esercenti esclusi e rinunciatari a Striano.

buoni spesa

Negli ultimi giorni nel comune alla destra del Fiume Sarno sono state sollevate alcune polemiche riguardo gli esercenti che hanno partecipato alla manifestazione di interesse per accettare i buoni spesa del governo.

“Il mio negozio non è nell’elenco”.

L’avviso dell’ente comunale di Striano prevedeva la presentazione delle domande da parte delle attività commerciali entro e non oltre le ore 14.00 del 15 aprile 2020.

Nella fretta della situazione emergenziale alcuni commercianti hanno presentato con ritardo la nota all’ufficio protocollo del comune. Pertanto questi non sono stati inseriti nell’elenco dei negozi disponibili.



“Non ho avuto il coraggio di svuotare la busta della spesa di una famiglia” dichiara l’esercente che non ha consegnato in tempo la domanda per l’iniziativa. “Di tasca mia ho lasciato portar via i beni di prima necessità”.

Qualche altro, commosso, ha spiegato che alcune famiglie precedentemente aiutate da se stesso sono state costrette a spendere altrove, con il rammarico del cliente, i buoni spesa del comune.

Da questi dispiaceri sono nate le discussioni: “In alcuni comuni non era prevista una scadenza per gli esercizi commerciali. Gli elenchi vengono costantemente aggiornati” ha concluso il commerciante.

Infatti ad Alghero, in provincia di Sassari, il bando per gli esercenti cita testualmente “L’elenco formato sarà aperto, non essendo prevista scadenza per l’invio delle manifestazioni di interesse”.

A quanto pare la legge non prevedeva delle limitazioni: si tratta probabilmente di una decisione politica e gestionale propria dell’ente di piazza Municipio.

“Qui si spende minimo 50€ di buoni spesa”.

Accanto ai dispiaceri evidenziati prima, un’altra situazione ha scosso gli animi dei cittadini strianesi.

Una nota attività commerciale della città dell’arco aveva disposto un limite minimo di spesa dei buoni governativi di cinquanta euro.

Il commerciante voleva, con questo provvedimento, ridurre le uscite dei cittadini per acquistare i beni di prima necessità e dunque garantire il rispetto delle norme di sicurezza evitando affollamenti.



Questa decisione non consentiva però quanto previsto dal bando: “ogni buono assegnato, avente taglio fisso di 25,00 euro, potrà essere negoziato (speso) in un solo esercizio commerciale anche frazionatamente (al massimo tre tranche) e gli esercenti aderenti sono obbligati ad accettare tale modalità di acquisto”.

La disposizione ha scatenato, anche sui social, i reclami dei consumatori strianesi. Da quanto si apprende non tutti avevano la possibilità di portare via 50 euro di spesa, soprattutto se soli e senza mezzo di trasporto privato.

Inoltre, i cittadini erano costretti ad acquistare maggiormente prodotti a lunga scadenza e pochissimi alimenti freschi.

Dopo l’intervento delle autorità comunali, l’esercente ha presentato domanda per la cancellazione dall’elenco delle attività commerciali aderenti. L’annuncio è stato dato nelle scorse sere in un videomessaggio della fascia tricolore strianese Antonio Del Giudice.

Sui social alcuni cittadini si aspettano le scuse dell’attività commerciale la quale aveva preventivamente invitato i clienti ad evitare critiche per non danneggiare l’immagine dell’azienda.




Dunque, nonostante tutto, i buoni del governo elargiti tramite il comune hanno sicuramente garantito i beni di prima necessità a circa trecento famiglie che avevano fatto richiesta all’ente di palazzo Filippetto Marino.

L’emergenza economica e sociale dovuta alla pandemia si fa sempre più sentire e non bastano mai le azioni (e sono tante) messe in campo da esercenti, enti, imprenditori, cittadini e associazioni.

Raffaele Massa

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