Il sindaco di Ottaviano, con un post su Facebook seguito da una nota stampa inviata ai giornali, ha tenuto a precisare di non aver detto bugie sull’affaire Funerale a Saviano.
A commento della vicenda, Capasso ha scritto appunto il seguente post sul suo profilo social, allegando la foto del verbale recapitatogli dalle forze dell’ordine.
“Mi ha sempre contraddistinto la trasparenza, ecco la multa che mi è stata notificata stasera. Nel notificarmela, i carabinieri certificano che ho detto la verità: non ero a Saviano, non ero alla commemorazione della salma all’ospedale (avvenuta alle 11) ma al minuto di raccoglimento avvenuto alle 10 nei pressi del parcheggio dell’ospedale. RIPETO: al minuto di raccoglimento delle 10. Pago la multa, pago una leggerezza commessa, mi sono messo in quarantena. La legge è uguale per tutti. Ma non ho detto bugie”.
Ora, il fatto che lei sia stato sincero nel dichiarare di non essersi recato nel comune del povero sindaco Sommese, di certo le fa onore, ma non cambia nei fatti la sostanza di quanto è accaduto.
Tutto quello che, indubbiamente, non è avvenuto per caso, ma organizzato con dovizia di particolari, ospedale, minuto di silenzio, benedizione, transenne a Saviano, per non parlare dei palloncini tricolore e della fascia indossata dal vice di Carmine Sommese che ha certificato l’ufficialità di tutta la cerimonia, non andava fatto. Da sindaco, a Saviano o a Nola, per la commemorazione o per il minuto di silenzio, lei non doveva esserci, soprattutto perchè un primo cittadino dovrebbe essere il primo a dare l’esempio.
E seppur in “buona compagnia”, in questa occasione, così grave per la nostra terra, per la nostra nazione e per tutto il mondo, lei l’esempio, quello positivo non l’ha dato. Peccato.
Gennaro Cirillo