Sembra terminata questa faticosa Fase 1 dell’emergenza nazionale che ha visto strade deserte e case affollate; questo lockdown ha messo in evidenza la parte più sensibile e comunitaria delle persone, ma anche quella più vulnerabile. All’alba di nuovi DPCM e nuove ordinanze regionali i cittadini pompeani rivendicano il loro diritto alla necessità di mettere in luce quelle che saranno le difficoltà che dovrà affrontare il tessuto socio economico in una città nota in tutto il mondo come una delle maggiori mete turistiche.
Per nostra cultura le attività di ristorazione, pub, bar e locali serali non si incentrano solo nella vendita del prodotto ma sono sopratutto luoghi di ritrovo, confronto, socialità e scambio. Facciamo intrattenimento, e in quest’ottica commerciale a nulla serve il delivery e l’asporto, soprattutto in un clima di ansia da contagio ed incertezza economica. Ci troviamo così come tutti ad affrontare una preoccupazione sanitaria, che quindi crea paure di contagio ed incide sulla necessità di salvaguardare la salute nostra e dei nostri clienti, ed una necessità economica, di sopravvivenza delle nostre attività e quindi delle nostre famiglie”.
Sembra chiaro che in questa nuova fase tante sono le difficoltà che il commercio dovrà sostenere e molto radicale sarà il cambiamento nello stile di vita delle persone. La ripresa economica e sociale dovrà essere affiancata da politiche serie ed affidabili ma dovrà anche essere sostenuta da tutti i cittadini con forte senso comunitario, trovando insieme agli imprenditori un nuovo modo di tenere in piedi le attività della propria città.
“É una condizione che nessuno ha scelto e tantomeno voluto questa in cui ci troviamo, mi auguro solo che il “nessuno sarà lasciato solo” del governo non significhi fallirete tutti quanti insieme, perché questa sarebbe una grande sconfitta”. Conclude Licia Petraccone.
Gennaro Cirillo