“Avete dimostrato forza, ora inizia una nuova fase. Dobbiamo affrontarla con rigore, bisogna mantenere il distanziamento sociale di un metro. La curva dei contagi potrebbe rialzarsi, ma è un rischio che dobbiamo correre, senza le imprese il Paese non riparte” ha esordito così il premier Conte durante la conferenza stampa di ieri sera. È giunto il momento di convivere con il Covid-19, adottando tutte le misure di sicurezza indispensabili e riattivandosi con gradualità. Dai microfoni di Palazzo Chigi, ha fornito le prime indicazioni riguardo la Fase 2 a cui sarà data il via il 4 maggio.

Da domani, quindi, dovrebbe avviarsi la Fase2, con la riapertura differenziata e scaglionata delle attività su tutto il territorio nazionale. Eppure l’Istituto superiore di Sanità ha più volte chiarito che l’allentamento delle misure di contenimento previste per l’emergenza Covid-19, non significherà che dall’oggi al domani si potrà tornare ad una normalità. Ormai è chiaro che solo un vaccino potrebbe debellare il virus e offrirci quella garanzia di cui abbiamo bisogno per poter vivere con rinnovata serenità.

La propagazione del Covid ha subito un rallentamento, probabilmente grazie anche a tutte le misure di distanziamento e contenimento messe in atto a livello nazionale e regionale, ma sfortunatamente l’emergenza sussiste e probabilmente è questa la fase più delicata. L’allentamento delle misure di restrizione è stato possibile anche perché negli ospedali diminuiscono i ricoveri, soprattutto nei reparti intensivi. Tuttavia, il minimo errore, la più piccola disattenzione o superficialità potrebbe far ripiombare il paese nell’incubo dal quale non ci siamo ancora risvegliati. Ora più che mai è necessario un comportamento responsabile da parte di tutti, affinché i sacrifici finora sostenuti non si rivelino vani.



Si procederà gradualmente per evitare che la riapertura immediata e contemporanea di troppe attività inneschi inevitabilmente la presenza di troppi cittadini per le strade, sui trasporti pubblici e nelle stesse attività.

Stando al Dpcm, la squadra Conte ha compiuto un distinguo tra i movimenti all’interno della regione e quelli al di fuori. Per quanto riguarda la prima opzione si potranno effettuare spostamenti per motivi di lavoro, salute o necessità e a questi si va ad aggiungere la possibilità di fare visita ai propri familiari. Tutto ciò, però, con moderazione e diligenza: visite sporadiche, di breve durata, con doverosa distanza ed uso dei dispositivi di protezione. Vietate le riunioni di famiglia, no agli assembramenti.

Per quanto concerne, invece, gli spostamenti extra-regionali, ci si potrà allontanare soltanto con una Temperatura corporea non superiore a 37,5° e per comprovate esigenze lavorative o di salute, nonché per il ritorno in residenza.

“L’attività sportiva e motoria limitata nei pressi delle abitazioni non è più prorogabile” ha annunciato il presidente del Consiglio, dando il via libera all’esercizio motorio individuale e agli sport per i professionisti. Gli allenamenti di squadra potranno avere nuovamente luogo a partire dal 18 maggio, mentre è consentito l’accesso ai parchi e ai giardini pubblici. Nelle aree verdi, ovviamente, è doveroso mantenere una distanza sociale minima di due metri, per evitare contatti ravvicinati ed esposizioni a contagio. E per quanto riguarda il campionato di calcio: “Non è stata adottata ancora nessuna decisione. Dobbiamo completare le interlocuzioni per avere un quadro di insieme” ha spiegato Conte. “Sicuramente vogliamo garantire tutte le condizioni di massima sicurezza, perché siamo molto appassionati di sport, vogliamo bene ai nostri beniamini e vogliamo preservarli”.



Novità anche per il settore della ristorazione: a partire dal 4 maggio non solo si potrà ordinare cibo a domicilio, ma si potrà anche andare di persona a prelevare l’asporto. Del servizio take away si potrà usufruire soltanto rispettando code stabilite secondo gli standard di prevenzione e sicurezza previsti.

Sempre da lunedì 4 maggio dovrebbe ripartire anche tutto il settore industriale, compreso meccanica e industria del legno. Apertura anche degli uffici pubblici e operatività incrementata per le banche. Nello stesso settore del trasporto pubblico si prevede la possibilità di ripristinare tutti i servizi il che comporterà, però, inevitabilmente, dei cambiamenti ed adattamenti sempre in funzione dell’emergenza. Il lunedì successivo sarà la volta delle Poste, di alcuni comparti commerciali, negozi e uffici di servizi privati come le assicurazioni.

Riaprirà i battenti a partire dal 18 maggio anche il settore del commercio al dettaglio e attività quali bar, ristoranti e alberghi. Le regole per queste attività saranno ancora molto restrittive e si procederà step by step. Non sarà probabilmente possibile gustare un caffè al bancone del bar, ma si ipotizza di favorire un incremento dei tavolini all’aperto per evitare ai clienti di restare a lungo in luogo chiuso. In ogni caso, soprattutto per queste attività, persisterà ancora per lungo tempo, la regola fondamentale del distanziamento.

Estetisti e parrucchieri potranno rialzare le serrande lunedì 1°giugno (chissà se rispetteranno la canonica chiusura settimanale).



Sarà possibile, inoltre, celebrare funerali con un limite di quindici partecipanti, mentre le altre funzioni liturgiche sono ancora sospese. Una decisione che suscita la polemica della Cei, che così dichiara in una nota: “I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

mascherine ffp3Il governo Conte, infine, ha annunciato l’intenzione di abolire l’Iva sui Dpi (Dispositivi di protezione individuale). “Per le mascherine – ha concluso Conte – introdurremo presto un prezzo calmierato, in modo da evitare speculazioni e abusi di mercato”. Magari quest’ultimo provvedimento sarebbe già dovuto essere intrapreso da un bel po’.

Ancora molta incertezza per palestre, centri benessere,  discoteche, stadi e centri estivi per bambini. Troppe le dinamiche che entrano in gioco, le criticità tipiche di questo tipo di servizio , molti i dubbi da dipanare e i problemi da superare per poter garantire appieno la sicurezza e la tutela dei cittadini.

In realtà, siamo solo agli albori di un’altra tappa che per quanto sembra possa ridarci quel senso di leggerezza e libertà tanto sospirate, non va sottovalutata perché molto dipenderà da come gli italiani si comporteranno.

Bianca Di Massa
Emanuela Francini

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