Antonio Baldassarre, Presidente emerito della Corte Costituzionale, si è espresso sull’ultimo decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri.




“Limitare le libertà con un dPCM, è un atto, in tutto, incostituzionale. Inoltre la limitazione ai ‘congiunti’ è discriminatoria ed illegittima, nasconde una concezione del familismo assurda e fuori della realtà sociale attuale. Specchio della arbitrarietà generale e del pensiero autoritario del presidente del Consiglio sono espressioni apparentemente marginali, ma ieri da lui frequentemente usate, come ‘noi consentiamo’, ‘noi permettiamo’”, afferma Baldassarre all’Adkronos.

Il giudice inoltre specifica che la parola ‘congiunti’ “privilegia in modo incostituzionale, perché discriminatorio, chi è legato da un rapporto affettivo diverso dalla classica famiglia”, si pone poi alcune domande come quelle legate alle coppie di fatto. Dice quindi che a vincere è “il pregiudizio familistico di cui parlano gli studiosi stranieri quando si discute dell’Italia”.

Baldassarre invita quindi a cambiare il Decreto e fa appello alle associazioni a difesa degli interessi solidali, spiega che “nella nostra Costituzione c’è un dovere di solidarietà“, chiede allora che sia consentita l’uscita a tutti, per considerevoli motivi di solidarietà sociale”.

Il già Presidente della Corte Costituzionale ammonisce anche Conte, infatti afferma: “C’è una concezione autoritaria dietro al ‘noi consentiamo’ di Conte. Deriva dal fatto che il dPCM è un atto amministrativo individuale. Prevede limiti alle libertà costituzionali che non hanno base in un atto legislativo. Dunque se il premier disciplina tutto attraverso il dPCM è chiaro che dica: ‘io, noi’. E’ lui che concede, dall’alto della sua autorità, quello che deve esser fatto. Esattamente l’opposto di quello che prevede la Costituzione dei diritti del cittadino, dell’uomo, della persona umana”.

Baldassarre parla all’Adnkronos anche riguardo le messe e chiarisce che anche qui “c’è un arbitrio autoritario”: “Se io faccio entrare le persone in un supermercato con il rispetto del distanziamento sociale, perché non in una chiesa? Mangiare è un bisogno fondamentale, ma anche il culto per un credente. Per la Costituzione sono pari libertà quella al sostentamento e quella spirituale”.

Andrea Ippolito



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