“Caro presidente Conte, sono uno di quelli nati prima del 1955, ovvero degli over 65, quelli della fascia a rischio, parlando della Covid-19…”

La lettera aperta, indirizzata ad oltre.tv, continua ricordando al presidente Conte cosa hanno fatto nella storia “gli over 65”: le guerre, le battaglie per i diritti, l’impegno per superare le crisi.



“Quelli che hanno costruito l’Italia dal 1920 in poi, combattendo per liberarla dal pericolo di un regime totalitario.

Molti di noi e dei nostri genitori sono morti per questo, ma ci siamo riusciti, abbiamo creato la nostra Repubblica. Abbiamo poi lavorato duro, negli anni successivi alla guerra, per fare rinascere il nostro Paese, per consentire ai nostri figli e nipoti di vivere liberi, per dare loro una certa agiatezza ed un buon tenore di vita.

Gli anni intorno al ’68 ci hanno rivisti di nuovo combattere, pur se in maniera diversa, per affermare alcuni diritti essenziali quali l’uguaglianza sociale, la libertà sessuale, la parità dei sessi; per modificare la struttura della società ed eliminare lo sfruttamento operaio; per migliorare il sistema di insegnamento e permettere l’accesso alle Università a tutti.

Senza il nostro impegno, caro Presidente, tu oggi non occuperesti quella poltrona.

Abbiamo lavorato duro per costruire le nostre case, le nostre industrie, le nostre attività commerciali e artigianali, per mantenere i nostri figli agli studi, per permettere loro di avere un futuro professionale migliore del nostro.

Ho cercato di dirti, caro Presidente, chi siamo noi. Adesso vorrei parlare un po’ di te, naturalmente, in relazione alla nostra salute, alla nostra libertà e naturalmente alla Covid-19″.



Il signor Micheli dice inoltre che tutte le restrizioni attuate “sono state, per alcuni di noi, una condanna a morte. Siamo stati richiusi in un ghetto (pratica già attuata un po’ di anni prima da quei sistemi che abbiamo combattuto e sconfitto).

Il ghetto si è esteso così a tutta l’Italia, impedendoci, oltre che di muoverci, anche di esercitare le attività lavorative che alcuni di noi stavano portando avanti, nonostante l’età, anche con l’intenzione di incrementare i propri introiti e compensare la misera pensione”.

Il signore aggiunge anche una critica al soggiorno quotidiano al sole: “per poterci ossigenare e permettere al corpo di elaborare la vitamina D, tanto necessaria al nostro sistema immunitario, nonché di fare del moto“.

In relazione ai DPCM il signor Micheli ha l’impressione che abbiano “avuto solo lo scopo mirato di accentuare gli effetti deleteri per accelerare la nostra dipartita.



In un solo mese, con la chiusura delle attività, hai distrutto la situazione economica italiana che ci è costata anni e un’infinità di sacrifici. Le restrizioni hanno contribuito a peggiorare il nostro stato di salute e ci hanno privati della possibilità di una serena vita familiare con i nostri figli, nipoti, amici e parenti.

Mi sembra che le specifiche terapie oggi non manchino. Quello che manca è sia una struttura sanitaria organizzata, sia la volontà di utilizzare terapie efficaci ma poco redditizie.

Parlando del vaccino: “a causa delle continue mutazioni del SARS-CoV-2, un vaccino sarebbe pressoché inutile”.

Inoltre aggiunge, a nome degli over 65, che non vogliono essere cavie di un vaccino frettoloso: “Ti diffidiamo già da ora dal rendere tale vaccino obbligatorio, soprattutto per noi. Tantomeno a volercelo propinare a scopo di testarne l’efficacia, con la scusa di volerci proteggere.

Se aveste lasciato fare al coronavirus il suo percorso naturale, avrebbe potuto avere conseguenze minori”.


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