“Vivi e lascia vivere”, intervista esclusiva ad Emma Quartullo: “Laura si reinventa”

In una suggestiva Napoli immortalata dalla regia di Pappi Corsicato, la protagonista Laura Ruggero parla a tu per tu con la vita e non demorde davanti alle difficoltà

Vivi e lascia vivere è la fiction Rai che sta facendo il botto nel prime time del giovedì sera. Ha conquistato 6milioni 693mila spettatori per il 24.5% di share. Ottimi dati Auditel, dovuti all’originalità e alla grinta del dramma familiare. In una suggestiva Napoli immortalata dalla regia di Pappi Corsicato, la protagonista Laura Ruggero parla a tu per tu con la vita e non demorde davanti alle difficoltà. Ispirata al personaggio di Filumena Martorano, a prestarle il viso sono due volti della stessa medaglia: Emma Quartullo la porta in scena nei suoi anni giovanili e, sua madre Elena Sofia Ricci, in  quelli dell’età adulta.


Emma ha deciso di raccontarsi meglio dalle pagine de il Gazzettino vesuviano, rivelando le emozioni e i retroscena del set.

Come ti sei avvicinata al mondo del cinema?

“In modo naturale, da figlia e da nipote d’arte ho sempre respirato fin dalla culla aria di musica, fotografia e recitazione e cerco di praticarle in egual modo. Del resto, mi sono laureata al DAMS lo scorso luglio: un’esperienza di vita meravigliosa, perché mi sono sentita stimolata sia dai miei professori sia dai miei compagni”.

Come hai modellato, in sinergia con il regista Pappi Corsicato e tua madre Elena Sofia Ricci, il personaggio di Laura?

“Io e mia madre abbiamo svolto varie ricerche. Sono presenti vari riferimenti cinematografici: per Laura adulta abbiamo tratto ispirazione da Erin Brockovich e dalle varie madri presenti nei film del regista Xavier Dolan. Pappi per Laura giovane mi ha suggerito una ragazzina spigliata che non ha paura di nulla, ovvero il personaggio Mattie Ross in True Grit. Ricordo che io e mia madre a casa, oltre le scene, provavamo molto l’andamento di Laura caratterizzato da petto in fuori e grande sicurezza”.



Laura può essere di esempio per le altre donne?

“Sì, è un grande esempio per tutte noi. Lei non si abbatte, nutre un forte talento imprenditoriale, sa reinventarsi. Lei non si butta giù, non si piange addosso. Lei insegna che quando non si è soddisfatti del proprio status bisogna rimboccarsi le maniche e migliorarlo. Sono fortemente orgogliosa dell’andazzo cinematografico e artistico in generale in Italia. Io e Silvia Cadoni, regista conosciuta proprio sul set di “Vivi e lascia vivere”, abbiamo girato un  cortometraggio incentrato su una ragazza che ambisce a diventare arbitro e che affronta i preconcetti legati alla distinzione tra sport maschili e sport femminili”.




Raccontaci qualche aneddoto e retroscena del backstage

“Io ho girato tutte le mie scene in 4 giorni. Sono stati giorni molto intensi, ho affrontato molte ore di lavoro. Prima prendevo in giro mia madre quando tornava stanca da lavoro, adesso la capisco perfettamente! È un mestiere che richiede pazienza, concentrazione ed energia. Essendo uno dei miei primi ruoli, l’ho vissuto con molta agitazione, le notti prima delle riprese non riuscivo a chiudere occhio. È stata un’esperienza fantastica, ringrazio l’attore Lorenzo Lancellotti, è stato un ottimo collega, mi ha messo a mio agio”.



Tu e Laura in cosa siete differenti? E in cosa, invece, simili?

“Io e Laura siamo diverse in tante cose. Io non sono prepotente e dura come lei, sono più sorridente, sensibile, dolce, alla mano. Ambisco al suo carattere: vorrei possedere la sua stessa reattività e non abbattermi dinanzi le difficoltà. Io e lei, infondo, siamo simili: infondo si scopre che lei è molto magnanima, è una dura dal cuore buono e altruista. Mi ritengo una ragazza gentile, se una persona che mi circonda si trova in difficoltà sono pronta a porgerle la mia mano”.

Emanuela Francini



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