Con Delibera Presidenziale del 30 aprile 2020, è stato approvato il nuovo Piano Antincendi Boschivi del Parco Nazionale del Vesuvio, che avrà validità per i prossimi cinque anni. Nel rispetto delle normative vigenti e delle direttive stabilite dal Ministero dell’Ambiente, il nuovo piano definisce la strategia che l’Ente Parco e tutte le altre istituzioni (Regione Campania, Città metropolitana di Napoli, Comuni del Parco e le strutture dei Carabinieri Forestali e dei Vigili del Fuoco) per quanto di rispettiva competenza, dovranno attuare alla luce del nuovo quadro previsionale del rischio incendi. Questo nuovo strumento di pianificazione, inoltre, delinea i principali provvedimenti di prevenzione che saranno adottati nel prossimo quinquennio. Il piano è stato redatto in forza di una convenzione tra Ente Parco e CUGRI (Consorzio Interuniversitario per i grandi rischi- Università di Salerno e Università di Napoli Federico II) ed è improntato sulla filosofia del fire management, ormai generalmente assunta come la strategia più avanzata e promettente dalla letteratura specialistica e vista come superamento della vecchia strategia del fire control.
“L’approvazione del nuovo piano antincendio del Parco Nazionale del Vesuvio è un passo fondamentale per proseguire nel percorso che abbiamo intrapreso e che ci ha portato negli ultimi anni quasi ad azzerare il fenomeno incendi sul nostro territorio – ha dichiarato Agostino Casillo, Presidente dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio – Come Ente Parco continueremo ad investire in maniera massiccia come fatto finora per realizzare dispositivi importanti (presidi fissi dei vigili del fuoco, videosorveglianza, ripristino e manutenzione della sentieristica ecc.) ma è evidente che per far funzionare a pieno questo strumento di pianificazione è fondamentale che tutti i soggetti coinvolti facciano la propria parte.”
“Si tratta di un adempimento importante – ha commentato il Direttore del Parco, Stefano Donati – realizzato nei tempi richiesti dalla normativa, in vista della stagione più critica per il rischio incendi. Il Piano è un tassello centrale delle azioni intraprese dal parco e si aggiunge alle attività di ricerca e monitoraggio post-incendio, agli interventi in corso per la bonifica delle aree bruciate, ai progetti di recupero e rinaturalizzazione e al coinvolgimento dei nuclei comunali di protezione civile specializzati nel campo dell’antincendio boschivo.”
“I criteri utilizzati nella redazione del piano– dichiara Il prof. Domenico Guida, direttore del C.U.G.Ri –, da parte del gruppo di lavoro coordinato dall’ing. Alfonso De Nardo, ed in piena sintonia con la visione strategica dell’Amministrazione dell’Ente Parco, hanno consentito di delineare le prospettive per l’adozione di tecnologie di avvistamento e previsione innovative”
Scheda di approfondimento
Il piano AIB 2020-24 del Parco Nazionale del Vesuvio è destinato ad accompagnare la fase di ricostruzione paesaggistica che fa seguito ai gravi incendi del 2017, che distrussero o danneggiarono gran parte della copertura forestale del territorio dell’area protetta.
Il suo periodo di vigenza coincide infatti con la fase più intensa e più delicata degli interventi, già predisposti dall’Ente Parco, per la ricostituzione dei boschi distrutti o danneggiati.
Perciò il piano ha preso le mosse dalle tempestive iniziative già assunte dall’Ente con la predisposizione dei progetti di ripristino affidata al Dipartimento di Agraria dell’Università Federico II di Napoli, con la stipula della convenzione con i VV. FF. per il rafforzamento dei presidi antincendio e con l’istallazione della rete di telecamere speed dome in postazioni strategiche sui versanti.
La filosofia cui è improntato il piano è quella del fire management, ormai generalmente assunta come la strategia più avanzata e promettente dalla letteratura specialistica e vista come superamento della vecchia strategia del fire control, fondata su un’organizzazione di attesa dell’incendio, sviluppata in funzione dell’estinzione e della lotta attiva, ma destinata inevitabilmente a impattare nella molteplicità imponderabile degli incendi concentrati nei periodi di massima frequenza: non essendo possibile un servizio di estinzione capace di far fronte a tutti gli eventi che si succedono nei periodi di massima pericolosità (che rimarrebbe per altro inattivo per molti mesi), l’applicazione del fire control comporterebbe elevati costi di estinzione con modesti risultati di contenimento.
La filosofia del fire management discende invece dalla consapevolezza della limitatezza delle risorse disponibili, che non potranno mai consentire di far fronte con la lotta attiva a tutti gli incendi che potranno svilupparsi (spesso contemporaneamente) nell’area protetta. Punta dunque soprattutto sulla programmazione di interventi preventivi destinati a conferire al territorio nel corso del tempo una maggiore resilienza, in modo che possano diminuire progressivamente non solo i danni da incendio, ma anche gli sforzi e i costi profusi nell’estinzione.
Conformemente alle direttive ministeriali, il piano AIB ha aggiornato il quadro conoscitivo del territorio protetto, con particolare riferimento all’analisi dei fattori predisponenti l’incendio, e ha rielaborato le statistiche degli incendi pregressi tenendo conto del loro numero, dell’estensione superficiale, della gravità e della severità.
All’analisi dei diversi fattori predisponenti, invarianti e variabili, ha fatto seguito la loro mappatura su layers sovrapposti, che ha consentito di ripartire la superficie del Parco in zone omogenee a diverso grado di pericolosità e di rischio, sulle quali, in fase di attuazione, dovranno essere orientati gli interventi preventivi prioritari e dovranno essere concentrate le azioni di sorveglianza, di avvistamento e spegnimento.
Il piano espone inoltre in maniera dettagliata il quadro degli interventi di prevenzione che il Parco e i diversi soggetti pubblici coinvolti nelle attività antincendio assumeranno nel corso del quinquennio di vigenza, articolati in azioni dirette e indirette, a breve e a lungo termine, in interventi strutturali e selvicolturali, in azioni formative e informative dirette verso target differenziati di utenza.
Particolare attenzione è stata posta dal piano alle azioni di carattere innovativo e sperimentale, delle quali è stata prospettata l’attivazione, che dovrà naturalmente essere supportata da specifici progetti.
Le soluzioni tecnologiche prospettate vanno dall’implementazione della rete di telecamere speed dome, già istallate in punti strategici dell’area protetta, alle scansioni satellitari per la definizione di quadri previsionali dinamici, grazie anche alla cartografia digitale sviluppata con know-how originale per l’aggiornamento in tempo reale secondo lo standard del geodatabase topografico della regione Campania, per la interoperabilità dei dati a livello nazionale, regionale e comunale (D.M. 10/11/2011), all’uso di cartellonistica dinamica e alla costruzione di un sistema informativo di gestione del rischio incendi nel Parco.
Il piano AIB sarà aggiornato annualmente in funzione dell’andamento di eventuali nuovi incendi, in modo da rendere sempre più mirati ed efficienti gli interventi di prevenzione.