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Primo Circolo Pompei: la Scuola dell’Infanzia ai tempi del coronavirus

Gli alunni di Scuola dell’Infanzia trascorrono un terzo della propria giornata nelle aule scolastiche, luogo privilegiato d’incontro con le prime maestre, i primi compagni, le prime regole di convivenza e condivisione. L’acquisizione di una routine e il riconoscimento di punti di riferimento contribuiscono a dare sicurezza e stabilità ai bambini, grazie alla fiducia e al senso di protezione.



Improvvisamente, a causa della pandemia, tutto questo ai bambini è mancato. Inizialmente, forse qualcuno avrà anche gioito: finalmente tutti a casa, con tanto tempo a disposizione e in compagnia degli affetti più cari. Tutto bene fino all’insorgere delle prime domande. Perché non posso uscire? Perché dobbiamo restare chiusi in casa? Perché non posso vedere i miei compagni a scuola? Se la gestione delle emozioni è complessa e articolata per gli adulti, lo è ancora di più per i bambini, che devono faticosamente elaborarle.

Ecco allora che la scuola deve svolgere il proprio ruolo, in altra modalità, ma più forte che mai. Se i piccoli non possono fisicamente recarsi a scuola, sarà la scuola ad entrare nelle loro case. Le docenti della Scuola dell’Infanzia del Primo Circolo di Pompei hanno lavorato sinergicamente in questo senso per garantire ai bambini prima di tutto una presenza costante e una continuità emotiva.



L’utilizzo delle tecnologie ha consentito di mantenere vivo il contatto prima tra le insegnanti e poi tra gli alunni e le maestre. Non solo, rimodulando le programmazioni nelle attività e nelle metodologie, è stato possibile costruire, giorno dopo giorno, un dialogo affettivo “alternativo”, ma altrettanto costruttivo e significativo.

Grazie alla collaborazione delle famiglie, il legame già esistente non si è mai interrotto e ha permesso di  ricreare, seppur a distanza, un contesto classe, una piccola comunità. Le docenti hanno costantemente rassicurato gli alunni, li hanno sostenuti e incoraggiati, hanno ricordato loro che le maestre non li hanno dimenticati. Educare, formare significa esserci in ogni momento. Come accade quotidianamente in classe, è importante dimostrare  a ciascun bambino che la maestra c’è, anche e soprattutto nel momento di difficoltà.



Attraverso l’utilizzo di piattaforme, l’invio di file e media per lo scambio di materiali e informazioni, e soprattutto con la presenza costante, le insegnanti hanno continuato a svolgere il proprio ruolo di educatrici, e i bambini hanno risposto positivamente, inviando a loro volta disegni, audio e video, foto dei propri elaborati svolti a casa.

Un lavoro articolato e complesso, insomma, che parte e ruota intorno alle emozioni, con un’unica, grande e fondamentale certezza: tutte le attenzioni che meritano e di cui, mai come in questo momento, i bambini hanno bisogno non mancheranno di certo, perché, vale sempre la pena ricordarlo, un vero maestro è colui che lavora prima di tutto con il cuore.

Romilda Barbato



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