«Turimo e cultura – spiega il primo cittadino – senza un intervento massiccio e repentino, saranno rasi al suolo dalla crisi e lo saranno chissà per quanto tempo. Agerola, come tutti sapete, è la terra dei sentieri. Eravamo abituati a vedere le nostre strade piene di turisti di questi tempi. Ora la desolazione scava un solco profondo anche per la consapevolezza delle pesanti ripercussioni economiche per un comparto che ad Agerola negli ultimi anni aveva ripreso a correre, con evidenti benefici per l’occupazione».
La preoccupazione degli operatori turistici, nel paese alle pendici dei Lattari è evidente e rischia di trasformarsi presto in disperazione. «Venerdì ho incontrato i titolari degli alberghi di Agerola. Mi hanno detto che il loro timore è di non ripartire non solo nella stagione 2020, ma anche in quelle successive. C’è bisogno di inventarsi qualcosa. Ma abbiamo bisogno di un sostegno forte del Governo altrimenti un intero comparto rischia seriamente di sparire».
«Credo che sia necessario ripartire dalle piccole piazze, dai piccoli borghi, dai piccoli musei, dai sentieri di montagna, dalla vita semplice ed umile dei piccoli artigiani ed agricoltori. Questa è la forza delle nostre comunità e su questo noi dobbiamo investire».